Se provate a chiedere ad un qualsiasi tifoso della Roma la sua personalissima top 11 dei giocatori peggiori che hanno indossato la maglia giallorossa, state pur certo che uno spazietto là, in alto a destra, lo troveranno per Juan Manuel Iturbe. Il suo nome è tornato alla ribalta in questo periodo per un ingeneroso paragone con Soulé, con la speranza ovviamente che l’argentino non ripercorra le sue orme. Una parabola assurda quella del classe ’93 di Buenos Aires, la cui carriera è di fatto morta nella capitale.
Investimento da 22,5 milioni più 2,5 di bonus per la Roma, che lo strappa al Verona scippandolo ad una furente Juventus, con Conte che lo voleva in bianconero a tutti i costi. Da quell’estate 2014, 68 presenze con appena 5 gol e 5 assist messi a referto, numeri davvero raccapriccianti. I tentativi di riscatto, nel calcio che conta, si riveleranno un enorme buco nell’acqua, prima in Premier League al Bournemouth e poi di nuovo in Italia al Torino.
Iturbe non si riprenderà più, neanche cambiando continente e contesto: prima la cessione a titolo definitivo al Club Tijuana e poi il passaggio al Club Pumas, in Messico; altrettanto deludente all’Aris di Salonicco in Grecia e al Gremio in Brasile. Non gli restava altro che tornare là, dove tutto è iniziato, in quel Club Cerro Porteno che lo aveva visto fare il grande salto al Porto da ragazzino. Come sta andando? Anche in Paraguay è quasi un disastro.
Il tramonto di mister 25 milioni
L’approccio con il personalissimo ritorno al passato non era stato neanche malvagio, con tanto di apparizione in Libertadores contro la Fluminense di Marcelo. Ora però un nuovo crollo: da inizio stagione, l’ex Roma ha collezionato 12 presenze ma solo 5 da titolare, collezionando appena 1 gol e 1 assist. Nell’ultimo match il tecnico del Club Cerro Porteno ha addirittura deciso di non convocarlo per quello che sembra il tramonto definitivo di mister 25 milioni.
