Cara Roma quanto ci fai penare… Soprattutto a pensare che se ti vedessimo con costanza maggiore con il gioco e l’atteggiamento visto contro l’Eintracht Francoforte staremo probabilmente parlando di una stagione diversa, che ti vedrebbe magari già qualificata per gli ottavi di finale di Europa League e con una classifica decisamente migliore in campionato. Inutile vivere di rimpianti, e meglio dunque gioire per un 2-0 cercato e voluto dai giallorossi, meritato per ciò che si è visto sul rettangolo di gioco.
L’Olimpico resta un fortino quasi inespugnabile per chi vi si avventura, con la squadra che, dalla stagione 2017/18 è quella ad aver ottenuto più successi in casa nelle massime competizioni europee insieme al Manchester City (33). La stessa continuità di risultati andrà ora cercata in trasferta, dopo la vittoria di Udine ammazza tabù, per risalire in campionato e proseguire nelle coppe. Per la banda di Ranieri ci sarà il Porto al play-off di Europa League, ma intanto vediamo cosa ci ha detto il match contro l’Eintracht Francoforte.
Esterni letali e Pellegrini guizzante: il primo tempo
I tedeschi, 3° in Bundesliga e già qualificati agli ottavi di Europa League alla vigilia del match, rimangono fedeli al modus operandi adottato in stagione. La squadra è 1ª in Europa per gol segnati in contropiede, mentre è 46ª (9ª in Germania) per possesso palla, tant’è che sin dai primi minuti l’Eintracht Francoforte aspetta basso la Roma, con una sorta di 4-4-2 compatto, pronto per ripartire in velocità. Giallorossi che possono in tal modo gestire il giro palla nel primo tempo senza troppi problemi.
Sì il blocco basso ma difesa avversaria che si dimostra comunque un po’ statica, e in tale contesto sale in cattedra un guizzante Pellegrini, giocatore che da settimane passa da prestazioni disastrose ad altre estremamente positive. Il capitano riesce abilmente a farsi servire tra le linee e soprattutto a confezionare inserimenti illeggibili per la retroguardia dell’Eintracht. Già la prima occasione lo dimostra, con il numero 7 della Roma che si infila tra i due centrali, palla ad Angelino e tiro-cross malamente sprecato da Dovbyk.
A fine primo tempo poi ancora Pellegrini a fraseggiare con Dybala, allargare per Mancini in un azione avvolgente, cross per Angelino e gol del vantaggio. Proprio gli esterni si riveleranno letali come già successo in passato, sia con lo spagnolo, forse il migliore in campo, e Saelemaekers che con Mancini e N’Dicka, spesso proiettati in avanti (in stile Bastoni all’Inter) complice un Eintracht Francoforte molto basso. Spazio anche al palo di testa di Mancini, su calcio d’angolo, e alla parata di Svilar su Larsson, nell’unica sbavatura della difesa, in 45′ chiusi meritatamente in vantaggio.
Soulé ancora bene, e intanto Shomurodov…
Se nella prima frazione la Roma non aveva cambiato atteggiamento difensivo rispetto all’avversario, andando comunque ad effettuare un pressing abbastanza alto per costringere l’avversario ad lancio lungo sempre ben letto dal terzetto di difesa giallorosso, nella ripresa inizia una fase di gestione piuttosto tranquilla, che vede solo un’incursione di Ekitike in area, ben sventata da Svilar, come situazione pericolosa. In una serata in cui Ranieri azzecca tutto in quanto a mosse tattiche per battere l’avversario, in una partita evidentemente preparata molto bene, anche i cambi fanno la differenza.
Soulé entra ancora bene dalla panchina, proprio come successo nella sconfitta di Alkmaar, dimostrandosi subito in palla ed intraprendente, cosa vista raramente da inizio stagione. L’azione del raddoppio porta evidentemente la sua firma: sombrero di tacco su Theate, che non riesce a fermarlo neanche dopo aver recuperato la posizione, apertura millimetrica col sinistro per Shomurodov che, entrato da appena 2′, mette alle spalle di Trapp con un destro dolce che dà un bacino al palo e si insacca.
Con questo sono 3 i gol in 17 presenze stagionali (ma solo 378′ in totale), uno in Serie A, uno in Coppa Italia e uno in Europa League. La corsa sotto la Curva Sud, l’impegno che ha comunque sempre messo, e quel “voglio che resti con noi” di Ranieri nel post partita cambiano il futuro dell’uzbeko, che era pronto a sostituire Pohjanpalo al Venezia. Rimarrà una risorsa della Roma, che per media punti-minutaggio può comunque far comodo, cambiando probabilmente i piani di mercato e rendendo necessaria qualche riflessione su Dovbyk.
Dovbyk bocciato, è un corpo estraneo alla Roma
Risultare insufficiente in una partita in cui per la Roma, per suoi meriti, è stato tutto facile, era impresa ardua, eppure il gigante ucraino ci è riuscito “alla grande” Per qualsiasi quotidiano sportivo, Dovbyk è bocciato, l’unico della serata tra titolari e subentrati, ed è oggettivamente difficile dargli torto. Salta ovviamente all’occhio il gol sbagliato nel primo tempo, definito da Tuttosport un “crimine calcistico”: un tiro cross di Angelino sicuramente veloce ed improvviso, ma da quella distanza e a porta quasi vuota non è concepibile non riuscire ad insaccare il pallone con il proprio piede buono.
Più in generale però sono tanti gli errori da inizio stagione in quanto a sponde e stop, grave per un giocatore con un fisico del genere. In più, a parte un qualche sporadico movimento buono, Dovbyk appare spesso un corpo estraneo alla Roma, isolato per lunghi tratti delle partite e poco coinvolto in giocate rilevanti per la squadra. Se non segna dunque, e parliamo quasi sempre di gol da pochi metri col pallone solo da spingere in porta, i giallorossi giocano uno in meno per ampi tratti delle gare. Shomurodov fa il suo e c’è sempre la possibilità di un nuovo attaccante; che debba preoccuparsi l’ucraino?
Porto, squadra in evoluzione nel post Conceicao
La concentrazione della banda di Ranieri è ora rivolta ai prossimi due impegni di campionato, contro Napoli e Venezia, intervallati dal quarto di finale di Coppa Italia con il Milan, per poi pensare alla doppia sfida al Porto. Non particolarmente fortunata la Roma nel sorteggio, laddove il Ferencvaros risultava un avversario sulla carta più abbordabile e meno abituato ai palcoscenici europei, ma i giallorossi, che avranno il vantaggio di giocare il ritorno all’Olimpico il 20 febbraio (andata il 13 all’Estadio do Dragao), hanno tutte le carte in regola per conquistare il quarto di finale.
Dopo la lunga egemonia di Conceicao, attuale tecnico del Milan rimasto alla guida dei Dragoes per ben 7 stagioni (2017-2024), il Porto risulta essere una squadra in evoluzione, ancora in cerca della sua nuova identità. Dopo l’opaca parentesi con Vitor Bruno, esonerato circa 10 giorni fa, la guida tecnica è stata affidata all’argentino Martin Anselmi, alla sua prima esperienza in Europa. Per lui buona la prima nell’ultima di Europa League contro il Maccabi Tel-Aviv, uno 0-1 decisivo per acciuffare i play-off, ed oltre a cercare la rimonta in campionato sullo Sporting (6 punti di distanza), c’è la Roma per lui all’orizzonte.