Tempo di interviste anche per molti giocatori della Roma, volati via da Trigoria per gli impegni con le proprie Nazionali. Oltre a Koné, anche Salah-Eddine si è concesso una chiacchierata, ai microfoni di ESPN, a cominciare dalla scelta di vestire il giallorosso a gennaio invece che la maglia del PSV Eindhoven: “Quando all’ultimo minuto la Roma si è fatta avanti ho capito che volevo veramente fare quel passo, è la scelta migliore per me. È un club tra i più grandi al mondo, mi sono mostrato di più in Europa e aver giocato bene quelle partite ha sicuramente aiutato”.
Il classe 2002 sta muovendo i primi passi in una grande squadra di un campionato prestigioso, ma Ranieri gli ha già concesso 3 presenze di cui 2 da titolare, per la gioia dell’olandese: “Sono riuscito a trovare rapidamente il mio posto e spero di sentirmi ancora più a mio agio nei prossimi mesi, di cogliere la mia occasione. Ranieri è un allenatore molto esperto da cui si impara tanto in allenamento, nelle tattiche e nell’individualità. Qui giochi con tante formazioni diverse, nei Paesi Bassi è spesso 4-3-3, mentre qui ti viene chiesto qualcosa di diverso ogni gara”.
Rensch, Dybala e la piazza giallorossa
Per Salah-Eddine la possibilità di confrontarsi con nuovi compagni di squadra di livello, tra chi lo ha aiutato e chi lo ha impressionato: “Rensch l’ho chiamato, è stato positivo e questo mi ha dato una piccola spinta. Nei miei primi giorni è stato bello averlo con me, ma abbiamo un ottimo rapporto anche con gli altri ragazzi. È un gruppo molto unito, siamo una cosa sola. Il miglior giocatore della Roma? Faccio il nome di Dybala, quello che a volte fa in allenamento e in partita è davvero bello. Direi che è il migliore con cui ho mai giocato, ci sono piccole cose, come un passaggio ricevuto o lasciato andare, che nessun altro vede”.
Un chiosa anche sull’emozione di arrivare nella capitale: “Ho scoperto il calore della piazza giallorossa nel momento in cui sono salito sull’areo con il mio agente e la mia famiglia. Quando sono atterrato a Roma l’aeroporto era vuoto, non c’erano voli. C’erano persone che mi aspettavano fuori e quella è stata la mia prima esperienza col club. Quando sono arrivato per la prima volta allo stadio… non ho mai sperimentato niente di simile”.