Non solo organizzazione, solidità difensiva e spirito di sacrificio. Uno dei segreti della Roma targata Claudio Ranieri è la capacità di restare mentalmente dentro la partita fino al triplice fischio, con un apporto fondamentale che arriva anche da chi parte fuori dall’undici titolare. L’approccio dei subentrati è uno dei segnali più evidenti dell’unità e della concentrazione del gruppo: chi entra lo fa con la testa giusta, spesso riuscendo a spostare gli equilibri del match.
Numeri che contano
Un dato su tutti: undici i gol realizzati da giocatori entrati a gara in corso da quando Ranieri è tornato alla guida della Roma. Una cifra che va ben oltre l’episodicità e che testimonia l’efficacia delle scelte dello staff tecnico, ma anche la mentalità dei calciatori. In venticinque partite, dieci calciatori partiti dalla panchina sono andati in gol e in molti casi le loro reti sono risultate determinanti per l’esito della gara.
Non si tratta più solo di fortuna, ma di una strategia ben consolidata. E la mano di Ranieri, d’altronde, non è nuova a questo tipo di “miracoli”: basti pensare alla salvezza conquistata lo scorso anno col Cagliari, anche grazie a undici risultati utili arrivati dopo cambi decisivi.
L’uomo in più
A guidare questa speciale classifica c’è Eldor Shomurodov, che sembra esaltarsi nel ruolo di bomber silenzioso. L’attaccante uzbeko ha realizzato quattro gol da subentrato, l’ultimo dei quali appena domenica contro la Juventus: entrato all’inizio della ripresa, ha segnato il gol dell’1-1 dopo appena quattro minuti. Un impatto da vero specialista, confermato anche dalla sua solidità mentale e dalla condizione fisica eccellente mostrata nel 2025.
Ma il contributo non arriva solo da lui: anche Dovbyk, con due gol da subentrato, ha saputo incidere nel corso delle gare, come nel match vinto contro il Como, deciso in tandem proprio con Saelemaekers, altro protagonista entrato dalla panchina. Insomma, non esistono “riserve” nella Roma di Ranieri, solo alternative pronte a colpire.