Tutto pronto al San Mamés di Bilbao per la prima finale europea della stagione. Questa sera, alle ore 21, andrà in scena l’atto conclusivo della UEFA Europa League: a contendersi il trofeo saranno due squadre inglesi, Manchester United e Tottenham, protagoniste di un percorso sorprendentemente simile fino a questo punto.
I Red Devils, guidati da Rúben Amorim, hanno superato la Real Sociedad agli ottavi di finale, il Lione — con non poca fatica — nei quarti, e infine l’Athletic Bilbao in semifinale, negando così al club basco il sogno di disputare la finale tra le mura amiche.
Il Tottenham di Ange Postecoglou ha invece eliminato l’AZ Alkmaar, campione d’Olanda, agli ottavi; l’Eintracht Francoforte ai quarti; e il Bodo/Glimt in semifinale — squadra che a sua volta aveva clamorosamente eliminato la Lazio di Baroni nel turno precedente.
Un derby inglese senza pronostici: il ritorno al sogno europeo
Come accade spesso nelle finali, il pronostico è tutt’altro che scontato. Da una parte c’è lo United, che cerca di ritrovare il prestigio perduto dopo anni bui sia in patria che in Europa. I tempi in cui lottava stabilmente per la Champions League sembrano ormai lontani. I tanti investimenti sul mercato non sono bastati per riportare il club ai vertici, e il declino è stato lento ma costante. L’ultima grande soddisfazione europea risale alla stagione 2016-2017, quando sotto la guida di José Mourinho — e con Chris Smalling in difesa — vinse proprio questa competizione battendo l’Ajax 2-0 in finale, grazie ai gol di Pogba e Mkhitaryan.
Il Tottenham, dal canto suo, non alza un trofeo europeo dal 1983-84, quando trionfò in quella che allora era la Coppa UEFA. In precedenza, gli Spurs avevano già conquistato il trofeo nella stagione 1971-72 e la Coppa delle Coppe nel 1962-63. Più di recente, hanno sfiorato la Champions League nel 2018-19, ma al Wanda Metropolitano di Madrid fu il Liverpool di Klopp a infrangere il loro sogno con un secco 2-0. A livello nazionale, l’ultimo successo risale alla stagione 2007-2008, con la vittoria in Coppa di Lega.
Due stagioni disastrose in Premier League
La stagione delle due finaliste è stata caratterizzata da una netta contraddizione: impeccabili in Europa, disastrose in campionato. Il dato più incredibile riguarda proprio la Premier League: Manchester United e Tottenham disputeranno la finale dell’Europa League arrivando rispettivamente da 16ª e 17ª in classifica. Una situazione ai limiti dell’assurdo, impensabile se si considerano storia e ambizioni dei due club.
Lo United ha raccolto solo 39 punti, frutto di 10 vittorie, 9 pareggi e ben 18 sconfitte. Il Tottenham ha ottenuto un punto in più, ma con una sconfitta in più: 21 in tutto, un numero eccessivo per una squadra costruita per lottare per i vertici. La zona retrocessione è stata una minaccia concreta per settimane, evitata solo grazie alle annate ancora peggiori di Leicester, Ipswich Town e Southampton.
Le proteste da parte dei tifosi non sono mancate. La delusione e la paura di un fallimento totale hanno alimentato un clima di tensione, che adesso può essere parzialmente riscattato da un trofeo europeo e — soprattutto — dalla qualificazione alla prossima Champions League, che spetterà di diritto alla vincente della finale.
L’ultima occasione: dentro o fuori dall’Europa
Per entrambe le squadre, vincere oggi è l’unico modo per non restare escluse dalle competizioni europee nella prossima stagione. Un’assenza che comporterebbe non solo un danno d’immagine, ma anche gravi perdite economiche in termini di diritti televisivi, premi UEFA e sponsorizzazioni. In una fase in cui le strategie di mercato dipendono fortemente dai ricavi europei, il risultato di questa sera potrebbe cambiare il futuro delle due società.
Clima teso alla vigilia: tra determinazione e polemiche
La vigilia della finale è stata particolarmente accesa. Rúben Amorim, tecnico dello United, ha mantenuto un profilo concentrato ma sereno: “Per me è chiaro: dobbiamo essere qui per competere al massimo”, ha dichiarato in conferenza stampa. “Ho detto ai ragazzi di dimostrare concentrazione, di saper controllare la partita, sia che si tratti della Premier League — nonostante la posizione in classifica — sia che si tratti della finale di Europa League.”
Amorim ha poi minimizzato le pressioni legate all’accesso alla Champions League: “Il nostro club può generare entrate anche senza la Champions. È una realtà globale, con tifosi ovunque, e un grande brand. Io alleno per qualcosa di più grande di me stesso: per i giocatori, per lo staff e soprattutto per i tifosi.”
Diverso il clima in casa Tottenham, dove Postecoglou si è mostrato visibilmente contrariato. A far scattare la miccia, un articolo del quotidiano inglese The Standard che, in mattinata, titolava: “Ange Postecoglou tra eroe e pagliaccio”. Un attacco che il tecnico non ha preso bene.
Durante la conferenza stampa, Postecoglou ha replicato duramente: “Dipende dal tuo punto di vista, ma ti dirò una cosa: non sono un clown e non lo sarò mai. È deludente che si usino certi termini per descrivere una persona che, da 26 anni, si è fatta strada senza favoritismi fino a guidare una squadra in una finale europea. Il fatto che tu possa anche solo insinuare che un insuccesso farebbe di me un pagliaccio… non ho parole.”
Le scintille verbali della vigilia hanno alzato la temperatura emotiva in vista del match. Ora, però, il tempo delle parole è finito. Toccherà al campo decretare chi, tra Manchester United e Tottenham, scriverà il proprio nome nella storia europea.