Ranieri tiene la testa della sua Roma sul sul campo, come è giusto che sia per una partita che, dovessero arrivare vittoria e buone notizie da Venezia, potrebbe regalare addirittura la Champions League. Tanto però succede dietro le quinte, dal mistero post Ranieri al mercato, fino alla questione stadio a Pietralta che procede non senza ostacoli da superare. Pochi giorni fa la protesta dei manifestanti che hanno bloccato la ripartenza degli scavi, costringendo anche le forze dell’ordine ad intervenire.
Non si è fatta attendere però la riposta del Comitato Pro Stadio, fermamente convinta che tale progetto possa portare ampio beneficio alla città sotto tanti punti di vista. Per far si che ciò non rimangano solo parole al vento, ecco pubblicata oggi una nota sulla pagina Facebook dell’organizzazione nella quale si espongono minuziosamente i motivi per cui ritenere tale opera non debba ritenersi sbagliata.
La nota del Comitato
“Stadio della Roma a Pietralta: affrontiamo i dubbi con i fatti. Davvero 1,5 ettari di bosco possono fermare Roma? Secondo i comitati del NO il progetto dovrebbe essere fermato perché coinvolge un’area boscata di meno di 1,5ettari, ma è importante chiarire di cosa si tratta. È un’area chiusa, degradata e inaccessibile, utilizzata da anni per attività di demolizione auto da pochi abitanti. Gli alberi presenti sono di scarso valore naturalistico, e lo dice anche l’agronomo incaricato dagli stessi comitati contrari al progetto. Lo stesso agronomo del comune afferma (come anche documentato sulla regione Lazio) che si può procedere alla trasformazione del bosco e alla compensazione.
E allora cosa prevede davvero il progetto dell’AS Roma?
- Un paro pubblico aperto e fruibile da tutti, grande oltre 10 volte l’area esistente
- La piantumazione di oltre 6.000 nuovi alberi
- Una riqualificazione urbana attesa da anni per tutto il quartiere
Quindi, come possiamo vedere, nessuna area verde verrebbe “tolta al pubblico”, quanto invece verrebbe restituito un parco agli abitanti di Pietralta, che per molti anni sono stati letteralmente tenuti all’oscuro di questo paradiso terrestre. Paradiso terrestre che solo ora, con l’avvento dello stadio, sta venendo pubblicizzato da chi lo abitava da decenni come “spazio verde per tutti”, ma che prima di questa faccenda era stato tenuto nascosto e per nulla promosso all’interno del quartiere. Tutelare il verde è fondamentale, ma lo è anche trasformare spazi abbandonati in luoghi accessibili, curati e vivi. Guardiamo al futuro con responsabilità e visione“.