Cresce l’attesa nella Capitale per la sfida tra Lazio e Roma, che domenica si giocheranno una fetta importante di stagione. Chi di derby se ne intende è Marco Delvecchio, che ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, dove ha parlato della Stracittadina ma non solo. Questi alcuni estratti delle sue parole: “Il derby che ricordo con maggior gusto? Il 3-1 con Zeman, nel 1999. Venivamo dalla stagione delle quattro sconfitte e avevamo pareggiato 3-3 all’andata. Segnai due gol io e uno Francesco. Quella vittoria fu liberatoria e cambiò anche la storia dei derby successivi. Ne avremmo vinti molto, dopo”.
Sul feeling e i gol contro la Lazio: “Devo essere sincero, dopo i primi 2/3 gol nei derby, si respirava nell’aria che avrei segnato ancora. Se lo aspettavano i tifosi della Roma, che venivano a Trigoria a regalarmi le magliette celebrative. Lo temevano i tifosi della Lazio. C’era una bella aria di fatalismo che mi aiutava. Una volta giocai il derby dopo quattro mesi di assenza per una fascite plantare. Avevo fatto un solo allenamento, la rifinitura. Arriva la palla buona e pum, gol”.
Delvecchio ha poi detto la sua su chi potrebbe essere decisivo per la Roma nel derby di domenica: “Spero Dovbyk. È stato molto criticato ma ha segnato al primo anno di Serie A gli stessi gol di Lautaro Martinez. Non mi sembra abbia fatto così male e io su un centravanti del genere imposterei la Roma del futuro. Tifo per lui, anche perché è mancino come me”.
Delvecchio: “Juric non era un profilo adatto alla Roma”
Riguardo le possibili speranze di un posto in Champions League: “Onestamente poche, e molto passa da una vittoria domenica. Il calendario è molto difficile e alimenta rimpianti per quello che poteva essere e non è stato, perché la Roma ha un organico di buonissimo livello. Mi chiedo dove sarebbe ora la squadra se Ranieri fosse stato in panchina già dalla prima giornata. Con tutto il rispetto, se mandi via De Rossi dopo poche partite, non puoi chiamare Juric. Non era un profilo adatto alla Roma“.
Delvecchio ha concluso parlando del futuro in panchina: “A chi la affiderei? Ranieri. Sarebbe la scelta migliore. In alternativa mi auguro che venga ingaggiato un allenatore che conosce il campionato italiano. Meglio non inventarsi cose strane, perché ho una certezza assoluta. Se arrivano i ritocchi giusti che colmano le lacune nell’organico, la Roma sarà competitiva già dall’anno prossimo. Per cosa? Lo Scudetto”.