Non si vedeva qualcosa di così romanista dai tempi in cui Francesco Totti rifiutò quel contratto in bianco del Real Madrid. Questa storia di Paulo Dybala è di quelle che ti fanno battere il cuore forte, tanto da farti pensare di prenotare una visita dal cardiologo, o magari lanciarti in una corsa a petto nudo per le vie del tuo quartiere. E poi, chi non ha voglia di passare al Roma Store per prendere le ultime lettere disponibili? Le lettere che compongono un nome che ormai tutti conoscono: DYBALA. E il numero? Beh, forse non è più solo il 21. Si potrebbe azzardare anche il 10, perché un gesto di questa portata – parliamo di 75 milioni rifiutati in faccia agli arabi – merita quel tipo di riconoscimento.
Il nostro Paulo ha detto no a un’offerta che è quasi impossibile rifiutare. E lo ha fatto in un momento in cui i comunicati d’addio sembravano già pronti. Ha scelto d’istinto, spinto dall’abbraccio dei suoi compagni e dei tifosi. Un gesto che dimostra quanto questa città sappia amare come poche altre al mondo, ma che soprattutto mette in luce il grande cuore di Dybala. Un giocatore che entra di diritto nella leggenda della Roma, l’uomo che ha riscattato quel gol maledetto di Budapest con un tocco di pura magia. Unico e forse irripetibile, in un calcio dove ormai le bandiere sono una rarità .
E ora? I più razionali storceranno il naso, dicendo che il mercato della Roma dipendeva da questa cessione. Ma allora diciamo ai Friedkin: seguite l’esempio di Dybala. Sorprendeteci. In fondo, neanche Dybala è nato a Testaccio, ma si è guadagnato il cuore di tutti noi. Fate in modo che Paulo sia solo la ciliegina su una torta già ambiziosa. Intanto, per i romanisti, è bello sentirsi ancora una volta speciali.