L’amichevole tra Roma e Trastevere non aveva alcun valore tecnico. Eppure, ha detto molto. Soprattutto su chi è e sarà il baricentro offensivo di questa nuova squadra: Paulo Dybala. Sul prato di Trigoria, sotto gli occhi attenti di Gian Piero Gasperini, la Roma ha rifilato 14 gol a una formazione che, va detto con onestà, si è presentata solo per onor di firma. Ma qualcosa, oltre al punteggio, vale la pena raccontarla.
Un test senza storia, ma pieno di segnali
Il Trastevere, squadra solida in Serie D, non aveva ancora iniziato la preparazione. È arrivato al centro sportivo “Fulvio Bernardini” privo di condizione e amalgama, e il campo lo ha confermato. I ragazzi di Tajarol si sono trovati ad affrontare una Roma che invece – per quanto anch’essa all’inizio – ha già innescato intensità, ritmo e rotazioni.
Il 14-0 finale fotografa un’ovvietà, ma non cancella una verità più sottile: Dybala è il cuore pulsante di questa squadra. Lo è per posizione (falso nueve con licenza di inventare), per presenza scenica, per la qualità che porta ogni volta che tocca il pallone.
La poesia del secondo gol: verticalizzazione e pallonetto
Il suo secondo centro, una carezza al pallone, merita un paragrafo a parte. Palla in verticale per Soulé, appoggio morbido del compagno e pallonetto chirurgico sotto l’incrocio. Un inno alla Joya, che ha illuminato un pomeriggio già luminoso.
Nel frattempo, si sono iscritti al tabellino anche Baldanzi (autore della prima rete stagionale), Rensch, Cristante, Angeliño, Hermoso, Romano, Kumbulla, Mannini e Cherubini. Gasperini ha ruotato tanto, testando combinazioni e chiedendo già responsabilità ai suoi giovani.
Sangaré ko, ancora out Salah-Eddine e Dovbyk
Non sono mancate le note stonate. Buba Sangaré è uscito per un fastidio al flessore che, per dinamica, somiglia a uno stiramento. In tribuna anche Salah-Eddine e Dovbyk, fermi per guai fisici di lieve entità. Nulla di grave, ma Gasperini, giustamente, inizia ad essere impaziente. «Serve accelerare sul mercato», ha detto a fine gara. E ha ragione. Perché al di là dell’entusiasmo, dei sorrisi e delle goleade d’estate, il tempo stringe.
Il punto tattico: 3-4-2-1, ma non solo
Il 3-4-2-1 è la base. Ma nel secondo tempo, con Pisilli e Mannini trequartisti dietro due punte, si è intravista una delle tante varianti gasperiniane. La Roma pressa, palleggia, si muove già con discreta sincronia. Merito anche della mentalità dei nuovi, dal giovane Koné al positivo Angelino, fino all’adattamento di Rensch, che ha fatto valere la sua forza fisica e la capacità d’inserimento.
Adesso serve concretezza. Massara sta lavorando senza tregua, ma le prossime ore dovranno portare volti nuovi. Perché questa Roma ha lo spirito, ha il 10, ha il mister. Ma per giocarsela sul serio, servono altri titolari veri.