Sembrano essere solo un ricordo lontano quei giorni della scorsa estate in cui Paulo Dybala era ad un passo dal trasferimento in Arabia. Prima il rifiuto, poi l’inizio di stagione decisamente complicato, fino all’arrivo di Claudio Ranieri, che non solo ha svoltato il percorso della Roma, ma è riuscito anche a rimettere al centro la Joya, che adesso più che mai è il leader di questa squadra. La prestazione contro il Porto ne è stata un’ulteriore conferma di come i giallorossi non possano non prescindere dall’argentino.
Anche coloro che qualche mese fa erano arrivati a non ritenerlo più un giocatore essenziale per i capitolini si sono dovuti ricredere e la standing ovation con cui è stata accompagnata la sua uscita dal campo nella sfida di giovedì è la dimostrazione di come ogni singolo tifoso giallorosso sia ai piedi di Dybala. “C’è una Roma con Dybala e una senza Dybala”. Mai frase risulta essere più azzeccata in questo momento, con Ranieri che fin dal primo momento in cui ha rimesso piede a Trigoria ha sottolineato come l’ex Juventus sia il tassello che completa il puzzle e che se a disposizione non può non giocare.
Tecnica, condizione atletica e grinta
Così è stato. Perché Dybala – match con il Parma a parte per la contusione al ginocchio – ha infilato una serie di partite consecutive come quasi mai gli era accaduto negli ultimi anni. Nonostante con il Monza potrebbe tirare il fiato, questa continuità di utilizzo dimostra una grande forma fisica e atletica, fattore che è sempre stato il tallone d’Achille dell’argentino per via dei tanti infortuni. In queste condizioni l’etichetta di ingiocabile calza a pennello, con la speranza che non ci siano intoppi da qui al termine della stagione.
Che la Joya fosse in grado di accendere – Ranieri lo ha definito la miccia – questa Roma era cosa nota, ma quanto visto con il Porto è stato poetico. Qualità e tecnica al servizio della squadra in ogni pallone toccato, con le due perle in pochi minuti a far capire chi è il padrone dell’Olimpico. Ciò che poi ha impressionato è stata però anche la leadership a livello di carisma, sottolineata da quel cartellino giallo che ha quasi svegliato i giallorossi dopo il gol subito, a dimostrazione di come Dybala non si tira indietro nemmeno quando ci sia da battagliare. Raffinatezza abbinata a grinta, il mix di cui i giallorossi non possono fare a meno.