Un ex che Roma non ha dimenticato. Amantino Mancini, protagonista con la maglia giallorossa tra il 2003 e il 2008, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5, ospite della trasmissione Roma Rock & Sport condotta da Mirko Torre e Luca Ferri. Dalla sua nuova vita in Brasile da direttore sportivo al giudizio sulla Roma che verrà, Mancini ha toccato tutti i temi caldi, compresi due profili seguiti con attenzione da Trigoria: Wesley e Richard Ríos.
Il progetto Aymorès: “Costruiamo giovani per i grandi club”
Oggi Mancini vive e lavora a Belo Horizonte, dove ricopre il ruolo di direttore sportivo dell’Aymorès, club attivo nei campionati regionali del Minas Gerais. “È un progetto iniziato tre anni fa. Abbiamo acquistato un centro sportivo e vogliamo diventare un punto di riferimento per la formazione dei giovani. L’obiettivo è far crescere talenti da proporre a club come Flamengo, Fluminense o Atlético Mineiro. Quest’anno abbiamo giocato la Serie A del campionato mineiro ma siamo retrocessi: ci può stare, fa parte del progetto. L’importante è ripartire con forza.”
E sulla possibilità che alcuni suoi ragazzi possano già attirare l’attenzione dei grandi club risponde con equilibrio: “Abbiamo buoni giovani, ma serve capire il profilo giusto per ogni squadra. Il Flamengo, ad esempio, cerca fantasia e qualità tecnica. Serve conoscere il sistema, le esigenze e costruire percorsi adatti.”
Wesley? “Corre, spinge e ha forza: può diventare devastante”
Mancini conosce bene Wesley, terzino del Flamengo classe 2003, obiettivo concreto della Roma per la fascia destra. “Non è solo tecnica, ma tanta corsa e fisicità. Non ha i piedi raffinati, ma gioca in avanti, si inserisce, spinge. Ha una grande gamba ed è un giocatore perfetto per il gioco di Gasperini. Deve migliorare nella fase difensiva, come tutti noi brasiliani – sorride – ma con un po’ di tattica in più, può diventare devastante. Non è tecnico come Dodò, ma va, tocca, passa, entra: ha fame e margine.”
Su Ríos: “Giovane, fisico, ideale per la Serie A”
Un altro nome accostato alla Roma è Richard Ríos, centrocampista del Palmeiras. Mancini non ha dubbi:
“È un giocatore completo, sa fare sia il centrale che l’esterno. Ha forza, corre, gioca con intensità. E a Gasperini piacciono i giocatori che lottano. Ríos è giovane ma già pronto, può fare bene in Serie A.”
Gasperini-Ranieri, la nuova Roma? “Combinazione giusta per tornare in Champions”
Alla domanda su cosa aspettarsi dalla Roma che sta nascendo, l’ex esterno brasiliano è netto:
“Secondo me Gasperini è l’uomo giusto. Con tutto il rispetto, l’Atalanta non ha la dimensione della Roma. Qui troverà più qualità, più tecnica, e un ambiente incredibile. L’Olimpico è sempre pieno. E poi in dirigenza c’è Ranieri, una garanzia. Due figure con esperienza e carisma, possono costruire qualcosa di importante. Le squadre di Gasperini corrono, lottano, cercano il duello. E oggi senza fisicità non vai da nessuna parte.”
Perché oggi è così difficile portare i brasiliani in Italia?
La riflessione conclusiva di Mancini è sul mercato, e su quanto sia cambiato rispetto ai suoi tempi.
“I club brasiliani chiedono troppo. Appena vedono che c’è una squadra europea al tavolo, alzano le pretese. A volte è controproducente: meglio una strategia diversa. Se hai un talento, mandalo in un club come la Roma, tenendo una percentuale. Così il giocatore si valorizza in Italia e magari vola in Premier o nel mondo arabo. È un investimento anche per il club che lo vende. Quando giocavo io tutti volevano venire in Italia. Oggi è più complicato.”