Una settimana sicuramente felice quella che la Roma sta affrontando, e i sorrisi non sono mancati oggi a Trigoria, nel primo allenamento di preparazione al match con la Fiorentina di domenica prossima. La vittoria sull’Inter non ha portato solo tre punti d’oro nella lotta alla prossima Champions League, ma anche un clima da “tutto è possibile”, fondamentale per affrontare 4 gare toste ma che possono coronare un sogno. C’è però un ex giallorosso come Nainggolan che non se la sta passando di certo bene, e i motivi sono noti.
A gennaio Radja era stato arrestato in Belgio con l’accusa di traffico internazionale di droga, un qualcosa di decisamente molto grave, anche se poi il capo d’imputazione è decaduto. Il belga però resta tutt’ora sotto indagine, e delle novità giungono su tale fronte. In un’intervista al programma televisivo Bar Goens, Nainggolan ha ammesso di aver chiesto in prestito 100mila euro ad un trafficante di droga, tal Nasr-Eddine Sekkaki, con l’intento di risanare alcuni debiti di gioco che aveva accumulato.
Queste le sue parole: “Non erano loro ad aver bisogno di soldi, ero io. Mi servivano per ripagare debiti di gioco e mi avevano bloccato i conti a causa del divorzio. La gente crede a quello che legge sul giornale, ovvero che io sia al centro di un casi di spaccio, ma non esiste alcun collegamento con la droga“. Dunque qualche ammissione c’è da parte del belga, che continua però a professarsi innocente con riguardo allo spaccio e traffico di stupefacenti.
Bonifici bancari mascherati per saldare il prestito
Come si sarebbe svolto il tutto? Pare che Sekkaki gli abbia consegnato i soldi necessari in contanti, prelevandoli dal conto della madre, mentre Nainggolan avrebbe poi saldato il prestito tramite bonifici bancari mascherati come “investimenti in edilizia”, che andavano dai 5mila ai 30mila euro. Il debito dunque con tale trafficante non costituirebbe più un problema per l’ex calciatore. Il problema dell’ex Roma con il gioco d’azzardo è piuttosto conosciuto, e molti ricorderanno la truffa da 150mila euro, messa in atto da un’organizzazione specializzata in clonazione di assegni, di cui rimase vittima a Monte Carlo nel 2018.