Dal no di Ranieri ad un Gravina spaesato: “Non ci sono novità, vogliamo capire se c’è un progetto”

Il no di Ranieri mette nei guai Gravina, che non ha ancora scelto il post Spalletti e studia un progetto più che ai fumoso: un'Italia così allo sbando è difficile da digerire

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Forse solo il popolo giallorosso ha accolto di buon grado il no di Ranieri alla Nazionale italiana, con l’impegno verso la sua Roma che sarà dunque totale ed unico. Che Sir Claudio fosse l’identikit perfetto per la situazione disastrosa ed imbarazzante in cui vertono gli Azzurri è evidente, ma tale rifiuto era doveroso anzitutto per rispetto di un club capitolino a cui ha dato la sua parola e che conta su di lui per costruire un futuro roseo, oltre al fatto che tutti parevano aver dimenticato (o fatto finta di non vedere) un evidente conflitto di interesse tra i due ruoli che sarebbe andato a ricoprire.

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Chi prenderà ora Gravina? Gattuso sembra essere in pole, ma la Federazione non sembra aver fretta, come affermato dallo stesso presidente a Sky Sport, a margine della firma del protocollo tra Federcalcio e Guardia di Finanza: “Non ci sono novità sul ct, l’unica novità è che stiamo studiando. Abbiamo qualche giorno a disposizione e vogliamo usarli tutti. Al di là dei nomi vogliamo capire se c’è un progetto nuovo. Spalletti? È un sentimento di grande amarezza. Il nostro mondo vive anche di sentimenti e io son sincero ho uno splendido rapporto con Luciano, e si è rafforzato in questi giorni. Quando si rompe un vincolo così legato alla quotidianità a me ha amareggiato, è stato vittima e destinatario di attacchi”.

Negare l’evidenza non fa il bene dell’Italia

Sarà, ma tutto ciò che vediamo oggi è un Gravina totalmente spaesato, che nel 2017 attaccava Tavecchio dopo la sconfitta contro la Svezia, invitandolo alle dimissioni e riempiendosi di belle parole che inneggiavano alla “rivoluzione culturale del calcio italiano”. 8 anni dopo eccoci qua, davanti ad un uomo che ha appena cacciato il ct, lo ha mandato a parlare davanti ai microfoni da solo da esonerato, ha cercato in tutti i modi di convincere l’aggiustatutto Ranieri ad accorrere per mettere una pezza e far salvare la faccia a tutti, e della tanto vituperata rivoluzione neanche l’ombra.

L’Italia è allo scatafascio sia tecnicamente che a livello di spirito, quello che bene o male ci aveva sempre contraddistinto, e la cosa grave è che si continua a negare l’evidenza in maniera sconcertante: “Noi non siamo questi”, “Non esiste che l’Italia non vada di nuovo al Mondiale”, sono frasi che non devono più uscire dalla bocca di Gravina o di chiunque altro, perché la recente storia dice che una Coppa del Mondo senza Italia esiste eccome, e che sì, siamo proprio questi, quelli che perdono contro Svezia, Macedonia del Nord, Svizzera e Norvegia, senza gioco e senza cuore.

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