Siamo a metà del primo, e speriamo non ultimo, mese cruciale di una stagione della Roma che dire travagliata è poco, ma che può ancora svoltare. Il primo obiettivo, e forse il più alla portata, è svanito, quello di una Coppa Italia che non vede la squadra in semifinale dal 2017, in finale dal 2013 e vincitrice dal 2008. Il secondo è l’Europa League, con l’1-1 contro il Porto, all’andata del play-off propedeutico per gli ottavi di finale, che lascia tutto aperto i vista dei 90′ o più in programma all’Olimpico giovedì prossimo. E poi c’è il campionato, con i giallorossi pronti alla trasferta di Parma.
Fischio d’inizio alle 18:00 di domenica 16 febbraio, per quella che sarà la quarta trasferta consecutiva considerando tutte le competizioni. I successi di Udine e Venezia fanno ben sperare, almeno per quanto riguarda la Serie A, e in un calendario favorevole alla Roma è vietato fermarsi. Banda di Ranieri sempre al 9° posto con 34 punti, la rimonta per le zone nobili della classifica e per l’Europa più prestigiosa resta proibitiva, ma i 21 punti conquistati in 12 gare di campionato col tecnico di testaccio le hanno comunque permesso di tornare a sperare.
Di fronte troverà un Parma decisamente in crisi di risultati e prestazioni, al momento una delle squadre più smarrite a livello di identità, quella che era facilmente riconoscibile ad inizio stagione. La posizione di Pecchia traballa, e non potrebbe essere altrimenti: terz’ultimo posto in classifica a 20 punti, una sola vittoria (con il Monza) nelle ultime 10 partite disputate e due sanguinosissimi ko negli ultimi due turni, contro due rivali salvezza come Lecce e Cagliari. Cavalcarne le fragilità sarà l’obiettivo della Roma B del Tardini, visto il turnover in programma, ma occhio alle armi dei ducali.
Manita Roma all’andata, Parma inesistente
Volendo partire da ciò che è successo il 22 dicembre, data dell’ultimo incontro tra le due squadre, basterebbe un dato per fotografare la gara d’andata: 5,56 xG per i giallorossi, il secondo dato più alto dopo la gara contro l’Udinese della stagione 2016/17 (5,75), contro lo 0,62 del Parma, in una partita che non ha decisamente avuto storia. Manita Roma al termine dei 90′, in quella che sarà la sfida che porterà la squadra ad una serie di buoni risultati consecutivi.
Proprio all’Olimpico contro i crociati, Ranieri varò quella che di fatto è diventata la formazioni tipo consolidata nel tempo, con i soliti piccoli accorgimenti di volta in volta: ormai fisso il terzetto Mancini-Hummels-N’Dicka davanti a Svilar, con la coppia Koné-Paredes a completarsi a centrocampo. Saelemaekers e Angelino a dare certezze sugli esterni, Dybala e Dovbyk davanti con El Shaarawy a spuntarla, in quell’occasione, su Pellegrini e tutti gli altri trequartisti.
Fu un Parma inesistente quello presentatosi nella capitale, piuttosto presuntuoso, visto un Pecchia che, nella conferenza stampa pre gara, dichiarò di voler fare un gol in più dell’avversario e di voler cercare un risultato positivo attraverso il proprio gioco. Con gli esterni e con le imbucate centrali la Roma penetrò come il burro nelle maglie della difesa crociata, arrendevole fin dai primi minuti e per tutto l’arco del match. Che possano i giallorossi trovare Bernabé e compagni con un atteggiamento diverso questa volta?
Dal Lecce al Cagliari, marcature e transizioni un problema per il Parma
Sempre utile per capire attitudine, punti forti e debolezze dell’avversario è guardare alle ultime uscite della squadra, e di fragilità in questo Parma ce ne sono. Anche solo prendendo in esame le ultime due partite disputate, i due letali ko contro Lecce e Cagliari, possiamo andare a sottolineare qualche aspetto interessante. Un problema evidente sono le marcature in area, un fondamentale basico nel calcio ma sempre più trascurato anche a livello di scuole calcio, in nome della zona e del gioco posizionale.
Contro la squadra di Giampaolo ciò è stato evidente: su cross di Karlsson è prima Valenti a perdersi Krstovic, che spara malamente alto da pochi passi, poi tocca al compagno di reparto Vogliacco dimenticarsi ancora l’attaccante serbo su traversone di Helgason dal lato opposto, e questa volta arriva il gol. Nell’ultimo turno contro il Cagliari poi, è un inserimento di Adopo sul primo palo a causare l’autogol dell’ex centrale del Genoa, in un film dunque che si ripete. Andare sugli esterni, cercare la via del cross ed andare a riempiere l’area sarà qualcosa che la Roma dovrà fare, proprio come all’andata.
Una ragione in più per cercare le palle in mezzo dagli esterni è un Suzuki spesso super tra i pali ma decisamente poco sicuro nelle uscite, laddove più di qualche danno lo ha già commesso. Accanto a tale discorso poniamo poi quello delle transizioni: anche in questo caso i gol di Pierotti col Lecce e di Coman col Cagliari hanno sottolineato come, saltato un centrocampo spesso proietto al pressing in avanti, il Parma tenda a scoprirsi molto sulla trequarti, motivo per cui il giro palla veloce e le posizioni dei trequartisti saranno fondamentali per la Roma.
Riscatto Man e Sohm mina vagante: la armi del Parma
Da ciò che abbiamo detto traspare dunque una squadra avversaria di certo non irreprensibile in difesa, come suggerisce il dato dei 44 gol subiti in 24 partite (peggio solo il Verona con 53), ma il Parma ha delle armi a disposizione. Anzitutto quella degli esterni marchio di fabbrica di Pecchia, la prima soluzione che l’allenatore cerca per sviluppare le azioni d’attacco. Non ci sarà Mihaila infortunato, e allora spazio all’ex Lazio Cancellieri e, probabilmente ad un Denis Man in cerca di riscatto. Rientra da un po’ di acciacchi e si è spento rispetto all’inizio della stagione, ma se accende la luce è il più pericoloso della squadra.
Ad Angelino, dovesse giocare lui, il compito di tenerlo d’occhio, ma una parola va fatta anche sul centrocampo. A Cagliari è tornato Adrian Bernabé, fuori dal 4 novembre per una lesione di alto grado alla coscia destra, e i problemi del Parma iniziarono proprio dopo la sua uscita di scena. È il faro della squadra, colui che la fa girare e ne detta il ritmo, un giocatore da annullare per togliere le fonti di gioco all’avversario. Occhio anche alle punizioni, che l’anno già visto far male in maglia crociata. La mina vagante è Sohm, un centrocampista che varia spesso posizione a seconda del possesso del pallone e che si butta in avanti anche alle spalle della punta Bonny, molto tecnico ma poco goleador.
Qualità nel giro palla e Baldanzi: Roma senza pensieri
Il Parma è questo in sostanza, una squadra a cui, ancor prima delle questioni tattiche, non andrà data speranza ed entusiasmo, andando invece a rimarcare i problemi che ha evidenziato nell’ultimo periodo. Sarà un Roma senza particolari pensieri, visto che l’attesa più grande è per il match di giovedì contro il Porto, e chissà che, dal 1′ o a partita in corso, possa essere questa l’occasione per i nuovi e per chi gioca di meno di mettersi in mostra, come successo a Venezia.
Fondamentale per i giallorossi sarà la qualità nel giro palla, una trasmissione veloce che possa far muovere gli avversari e permetta di saltare il primo pressing, per trovare gli spazi tra centrocampo e difesa di cui parlavamo in precedenza. Molto bravi dovranno essere Baldanzi e il suo partner sulla trequarti a farsi trovare fra le linee: l’ex Empoli in particolare, dopo l’ennesimo ingresso dalla panchina positivo in Europa League, è chiamato a far vedere che, oltre a buona volontà e attaccamento alla maglia, c’è anche quella qualità utile ad incidere, a creare occasioni da gol importanti. Infine, che siano per Dovbyk o Shomurodov, palloni in area cara Roma, che qualcosa il Parma concede sempre.