Conferenza Gasperini: “L’ambiente Roma deve essere una forza, l’obiettivo è la Champions League”

Riguardo la preparazione. Come pensa di organizzarla?

Non ho mai fatto un gradone in vita mia. Quando giocavo nel Palermo, Zeman allenava la Primavera e noi facevamo un torello sempre a metà campo e i ragazzi della Primavera su e giù per i gradoni. Non è mai morto nessuno ad una mia preparazione. Per me è importante che i giocatori si divertano. Come me hanno la fortuna di fare il mestiere che più ci piace, in più lo fai con la Roma quindi ti devi sentire fortunato. L’allenamento è fondamentale ed è fatto in funzione di stare bene e migliorarsi. Non può essere un problema allenarsi, deve essere anche un divertimento perché il gioco del calcio è divertimento. Se non sorridi non puoi giocare bene a calcio. Bisogna creare un bel clima di lavoro, di crescita e di trasmettersi uno con l’altro le situazioni per migliorarsi. Non ci deve essere un clima teso, ci sono già gli avversari che sono difficili da superare. Serve lo spirito giusto.

Oltre alle parole di Ranieri per lei. Qual è il suo pregio? Ed il difetto che vorrebbe eliminare? Cosa proverà ad incontrare l’Atalanta?

Per fortuna l’Atalanta la incontreremo a gennaio. Pregio che mi sento di attribuirmi è che mi piace lavorare in campo e che venga riproposto dai giocatori. A loro non ho mai imposto nulla ma ho sempre cercato di convincerli. I risultati che ho ottenuto sono dovuti al fatto che loro hanno tratto giovamento ed il merito è stato dei giocatori. Difetti faccio fatica (ride, ndr), ma forse me la prendo troppo a volte.

Per Ranieri: quale sarà la composizione societaria? Oltre al DS possono arrivare anche altre figure?

Io non posso sapere se la proprietà vorrà mettere qualcun altro. Arriverà un altro direttore sportivo. Se vogliono prendere altre figure non sta a me deciderlo e saperlo.

Lei ha inventato un modo di giocare tutto suo ed è stato seguito dai suoi allievi come Juric, che a Roma non è andato bene. Ha capito quale può essere stato il problema in quel contesto?

La mia esperienza è diversa, anche se con Juric abbiamo condiviso tanti anni da giocatore lui e allenatore io e anche un periodo da lui come vice. Sono passati parecchi anni e le esperienze sono state diverse. Anche il mio modo di vedere calcio si è evoluto. Ci sono due aspetti: uno se vuoi aspettare la squadra che perda palla e il secondo se vuoi conquistarla. Sono validi tutti quanti. La mia caratteristiche è che sto un po’ male a stare senza palla, ma non è possibile farlo contro tutti. La cosa ideale è avere la palla noi e andare a prenderla alta. Per me è stato un motivo vincente ma adesso lo fanno in tanti. Però bisogna avere una grande duttilità perché il calcio si evolve. Su Juric non posso sapere cosa sia accaduto.

Quanto c’è di vero dell’inserimento della Juventus? Ha contato la parola data alla Roma?

Ho avuto la sensazione che questa fosse la strada giusta al di là dei rischi che mi vengono elencati. Questa poteva essere, per il mio modo di esprimermi e di fare calcio, la situazione giusta da poter percorrere e quindi ho ragionato su questo. Ho messo davanti questa considerazione. È quello che cerco in questo momento e ho la convinzione di aver fatto la scelta giusta.

Per Ranieri: può spiegarci le limitazioni del Fair Play Finanziario e quanto cambierà a giugno 2026?

Abbiamo dei paletti e dobbiamo rientrarci entro il 30 giugno. Ci siamo vicini e siamo sicuro che riusciremo a rientrare in questi parametri, che dobbiamo rispettare anche a giugno 2026, quando potremo operare più in tranquillità. La società si sta adoperando in tutto e per tutto. Io sono fiducioso. Ci sono questi due mercati da stringere i denti, trovando quei giocatori validi. Noi dobbiamo stimolare bene le idee e farci trovare pronti. Parlo per tutto il calcio italiano.

Le faccio due nomi: Pellegrini e Soulé: che idea si è fatto di loro e dalla posizione in campo?

Pellegrini è infortunato ma il discorso vale per lui come per gli altri. Devono avere lo spirito di fare la migliore stagione. Soulé è un giocatore offensivo e quindi deve fare gol e assist. Nel calcio moderno si attacca e si difende e conta essere squadra, quello che stiamo vedendo del PSG è straordinario. Ha perso Messi, Mbappé e Neymar e sta raggiungendo risultati incredibili. Il Napoli che ha vinto lo Scudetto lo ha fatto da squadra. La Roma stessa è stata una squadra. Questi sono i principi. Il calcio cambia e oggi devi sapere andare forte. L’Atalanta ha vinto l’Europa League dopo 25 anni che nessuno la vinceva, dal 2011 non vinciamo una Champions. Forse dobbiamo guardare le cose in un’altra ottica e dobbiamo andare per quella strada.

Riguardo il mercato. Quali sono le caratteristiche dei giocatori che si proveranno a prendere?

Sono poche le società che si possono permettere di prendere giocatori affermati. Bisogna costruirli in casa, prendendo giocatori emergenti con la possibilità che possano crescere. Per essere una squadra di alto livello hai bisogno di giocatori che raggiungano quegli obiettivi, che siano da nazionale e che siano di valore nelle coppe europee. Questo è il programma e spesso la necessità è di farlo con giocatori emergenti, penso a Mancini e Cristante. Vorrei che tutti questi ragazzi il prossimo anno abbiano come obiettivo di fare la loro miglior stagione della carriera, non è il momento di accontentarsi, ma di raggiungere l’obiettivo migliore. Se riusciamo a mettere tutto questo abbiamo più chances. Parto da una base fortunata grazie a quello che ha fatto Claudio. Se subentrano quei valori arrivano i risultati, altrimenti il resto è difendere le posizioni e non è sufficiente.

Per Ranieri: quanto c’è di suo nell’avvicinamento di Svilar al rinnovo?

Queste sono cose che ha fatto Ghisolfi. Io ho solo chiamato il ragazzo dicendogli che si vuole far bene, costruendo una grande Roma. Lui è ambizioso, abbiamo preso un allenatore ambizioso e prenderemo giocatori ambiziosi.

Ha parlato di creare uno zoccolo duro. Lei ha intenzione di mantenerlo o di rinunciare a qualcuno?

Bisogna partire da quello che c’è, che è tanto visti i risultati ottenuti. Questo è un valore che esiste, poi è chiaro che non possiamo essere gli stessi. Mi aspetto un mercato in entrata che possa portare un miglioramento ed una prospettiva diversa, con giocatori che possano costruire un nucleo. È evidente che bisogna aspirare ad avere nuove figure per portare in alto la squadra.

Per Ranieri: la sua versione sulla Nazionale?

Si è detto tanto, tenetevi quello che si è detto. Rispetto l’Italia, ma sono della Roma.

Nel 2017 lei è tornato a parlare della sua esperienza all’Inter dicendo di essere stato troppo accomodante e non forte nell’entrare in un nuovo ambiente. La pensa ancora così?

Rimango della stessa idea, devi dare subito dei segnali importanti portando la gente dalla tua parte, che non vuol dire vincere tutte le partite. Devi dare un’identità alla squadra. Questa è l’ambizione più grossa, se riesci a creare sinergia con la gente e l’ambiente superi tante difficoltà. Questo è un campionato difficile: ci sono squadre forti fuori dalle coppe. Ci sono squadre emergenti che stanno spendendo molto e c’è una corsa importante per le posizioni Champions. Quando entri in una piazza che ha tanto entusiasmo devi entrare forte, ovvero creare un ambiente forte.

Per Ranieri: cosa avete chiesto nell’immediato a Gasperini? Risultato specifico o creare valore?

Gli abbiamo chiesto di fare il Gasperini anche qui a Roma. A me sorprendeva il presidente Percassi che anche dopo il quarto anno diceva di partire per salvarsi. Roma non è l’Atalanta di allora, ma noi dobbiamo far bene. Io sono convinto che con il gioco di Gian Piero i tifosi si identificheranno. Gli abbiamo chiesto di conoscere la squadra e la piazza per un anno per poi costruire qualcosa di importante. Dentro di me ho pensato che se andavamo in Champions League avremmo incontrato tante squadre forti e forse noi non siamo ancora pronti per questo, ma mi auguro di poter fare anche un buon percorso in Europa League. Sapendo che qualche volta dovremo mandare giù qualche boccone amaro perché fa parte della costruzione. Il popolo romano vuole vedere la propria squadra lottare, ma sono convinto che anche quando si perderà il tifoso vedrà la squadra lottare.

Sarebbe contento se al termine della stagione si trovasse dove?

Il risultato massimo può essere la qualificazione in Champions, difficile pensare alla vittoria dello Scudetto, anche se non si sa mai. Per me il traguardo migliore sarà rendere la squadra più forte con giocatori da nazionale ed internazionali. Costruire un nucleo sempre più ampio di giocatori che possono dare continuità, sui quali poi inserire altri giocatori che possono alzare il livello con più possibilità economica. Voglio creare un nocciolo forte per tutti i nuovi per trovare continuità. Serve il giusto mix tra giovani e meno giovani, anche vendendo a volte dei pezzi, però può essere una forza anche questa. Se hai giocatori che raggiungono una valorizzazione alta poi ne beneficia tutto il movimento.

Per Ranieri: dove pensa possa arrivare questa Roma? Ci spiega come è andata la trattativa per Gasperini?

L’ho chiamato e gli ho detto se gli poteva interessare la panchina della Roma. Finito il campionato ci siamo risentiti e poi siamo stati sorpresi a Firenze. Il resto è noto. È stato molto pratico e veloce, c’è stata sintonia. Ho trovato una persona motivata ed entusiasta ed io sono contento, poi bisogna lavorare e che i ragazzi capiscano che c’è un cambio di mentalità. Io sono dovuto essere un fratello maggiore visto il momento di grande difficoltà, se dovevo riprendere qualcuno lo facevo in modo costruttivo, ma questo fa parte della capacità di ogni giocatore, i quali hanno bisogno che ogni allenatore gli dica le cose in faccia e io credo che Gian Piero lo sia. Dove può arrivare? Alla fine del triennio essere stabilmente in Champions League e provare a vincere il campionato. Adesso siamo alla base e dobbiamo essere orgogliosi. I Friedkin hanno speso tanto ma vogliono ancora investire e lo dimostra lo stadio. La proprietà vuole il massimo e vuole portare Roma in alto come brand calcistico e questa è la cosa che ha fatto innamorare me e Gian Piero.

Con lei sono esplosi tanti attaccanti. Cosa pensa di Abraham e Dovbyk?

Ho avuto sempre attaccanti forti, non penso di aver dato di più di quello che già avevano, gli ho solo fatto tirare fuori il meglio. Il fatto che spesso molti attaccanti abbiano fatto bene è dato anche dal modo di giocare delle mie squadre, che hanno sempre fatto molti gol e questo lo vorrei riproporre anche qui nella Roma. Si parte da quello che c’é, poi tutte le valutazione di mercato verranno prese strada facendo.

Crede di riuscire a cambiare la fisionomia di Dybala? Può essere un giocatore da Roma di Gasperini?

Io spero di non cambiarla. Spero che Dybala stia bene e che abbia una buona condizione, per lui come per tanti altri giocatori. C’è un prospetto di squadra come è stata la Roma nella seconda parte del campionato dove tutti spingono dalla stessa parte. Poi ci sono i singoli con cui ci mettiamo a disposizione per migliorarli. Se riesci ad alzare il livello dei singoli la squadra ne trova giovamento. Questo è quello che faccio da sempre. Non ci sono giocatori che non sono adatti, ma devono stare bene. Dybala quanto sta bene è un grande giocatore.

La sua Atalanta ha cancellato la rincorsa Champions della Roma. Anche per questo dice che serve costruire un feeling con i tifosi?

Il feeling con i tifosi c’è sempre stato a Roma. Inutile nascondersi, quello che conta sono i risultati. Noi dobbiamo porci l’idea, ed è quello che mi ha spinto ad accettare, che possiamo alzare il livello. Certo che se parto dai risultati che ha fatto Claudio sono stati straordinari, ma questo significa che quello che conta più di tutto è la squadra e lui ha dato una dimostrazione fondamentale, al di là dei singoli. Era bello vedere come quelli che erano in panchina spingevano. In una piazza come Roma non si possono fare programmi a 10 anni, ma si deve essere più concreti. Bisogna prendere la base di oggi, farla crescere e sperare che i tifosi si identifichino in quella squadra per come vince e qualche volta per come perde. Questo è il primo punto, il resto viene di conseguenza.

Per Ranieri: quale sarà il rapporto con Gasperini?

Il mio rapporto? Era antipatico anche a me, è la prima cosa che gli ho detto. Sei antipatico ai tifosi della Roma. Tra i tanti nomi ho fatto il suo nome perché sono convinto che Roma abbia bisogno di una personalità forte e di un allenatore che voglia sempre migliorare squadra, singolo e che non gli vada mai bene niente. Non sarà facile ma per questo gli offriamo un anno per farsi capire. I tifosi devono stargli dietro, così come hanno fatto con me. Il mio rapporto sarà di un amico che sta da parte e se ha bisogno di qualcosa proverò a risolverlo.

Che cosa l’ha convinta a venire a Roma? E se magari ci sono anche dei timori viste le dinamiche della piazza

Tutti quanti mi hanno messo in guardia sulla situazione di Roma e sulla piazza complicata a livello calcistico per tutta una serie di motivi. Credo che questa però deve essere una forza, non una debolezza. Al di fuori vedo un grande entusiasmo e voglia di calcio e tutte queste forze vanno incanalate nel modo migliore. Negli ultimi sei anni ci sono state delle difficoltà ma probabilmente possiamo correggere qualcosa per permettere alla Roma di essere più competitivi. Se il Napoli ha vinto due Scudetti negli ultimi tre anni, se Parigi è diventata la capitale d’Europa e non per il turismo, si possono fare risultati anche qui. Per farlo bisogna mettere tutti i tasselli al posto giusto. Se riusciremo a fare questo saremo un po’ più forti.

Per Ranieri: ci sono già idee per il successore di Ghisolfi?

La società sta vagliando alcuni nominativi e quanto prima conoscerete il prossimo direttore sportivo.

Quale rapporto ha con Friedkin? Ha indicato un percorso e in queste settimane si è dato una risposta sulle difficoltà della Roma nella qualificazione in Champions?

Chiaramente i primi contatti li ho avuti con Claudio e mi ha descritto la realtà di Roma e della squadra, delle vicissitudini di questi anni e poi ho avuto modo di incontrare la proprietà. Loro hanno un grande entusiasmo per la Roma, anche se magari non traspare. Hanno dei progetti ambiziosi, che hanno fatto fatica a raggiungere. Hanno individuato me per creare qualcosa di forte e ci siamo confrontati su quelle che sono le loro idee. Sappiamo la situazione del Fair Play Finanziario, ma è una società forte e ha intenzione di investire bene ed in maniera sostenibile, portando la Roma in alto. E questo mi sembra sufficiente per aver avuto un’ambizione positiva.

Apre la conferenza Ranieri

Buongiorno a tutti, credo che per la prima volta state vedendo due allenatori, io fino al 30 giugno lo sono (ride, ndr). Mi avete dato del bugiardo quando vi avevo detto che non sarebbe stato Gasperini, ma in quel momento non era lui. Io l’avevo contattato, avevo chiesto la sua disponibilità e lui mi ha detto “Perché no?”. I Friedkin lo hanno scelto perché ovunque sia andato ha fatto benissimo. Un allenatore che riesce a cambiare la fisionomia di un atleta, rendendo ottimi i giocatori. Sa delle difficoltà di questi due mercati e per questo dovrà avere il tempo di costruire, è stato chiamato per questo e speriamo che possa dare frutti. Personalità forte, è schietto, ma questo fa parte del suo carattere. Voglio presentare Gian Piero, lo conoscete per quello che ha fatto. Grazie per essere venuto.

Presente anche Balzaretti

In attesa dell’arrivo di Gasperini, in sala stampa sono presenti anche il team manager Ricchio e Federico Balzaretti.

Pochi minuti ed inizierà la conferenza stampa di presentazione di Gian Piero Gasperini.