Roma, chi sarà il nuovo allenatore? Tutto fermo a Trigoria: attesa, nomi e silenzi

I colloqui sono finiti, le ipotesi si moltiplicano, ma da Trigoria non arriva alcun segnale. Chi guiderà la Roma nella prossima stagione? Il punto sull’attesa più lunga del calcio romanista

Emanuele De Scisciolo
Emanuele De Scisciolo - Direttore Responsabile
4 min di lettura

Non è un segreto per nessuno: il vero protagonista dell’estate romanista, almeno finora, non ha ancora un volto né un nome. O meglio, ce l’ha — forse — ma non lo sappiamo. Il prossimo allenatore della Roma resta avvolto in un mistero che ormai sa più di fiction che di programmazione sportiva. I colloqui sono finiti, il dossier con i nomi caldi è stato consegnato, ma da lì in poi: buio. Silenzio totale. Nessuna fumata. Nessuna parola. Solo attesa.

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Nel frattempo, ogni giorno nasce una nuova voce. Alcune resistono qualche ora, altre evaporano in meno tempo di quanto serva a leggere un titolo su X. Abbiamo avuto l’effetto speciale “alla Mourinho”, con il sogno collettivo chiamato Klopp durato mezza giornata — giusto il tempo di far impazzire i social — prima che la Roma smentisse informalmente, La Stampa correggesse l’articolo, e l’agente del tecnico tedesco chiudesse tutto con un elegantissimo: “Sono tutte sciocchezze. È diventato noioso“.

Noioso, in effetti, inizia a diventarlo davvero. Perché da settimane non si parla d’altro, ma i Friedkin continuano a non parlare affatto. E noi, come al solito, cerchiamo indizi ovunque, da un like sospetto su Instagram al parcheggio pieno sotto Trigoria.

C’è un casting. C’è una short list. Ma soprattutto: c’è confusione

Il lavoro del nuovo direttore sportivo Florent Ghisolfi e di Claudio Ranieri, che ha già salutato il campo per sedersi da consulente tecnico, è stato approfondito e lungo. Tra i nomi valutati ci sono stati Fabregas, rimasto a Como, e Farioli, che ha fatto sapere di non guardare ai brand ma ai progetti. Un contatto — anche più di uno — c’è stato con Gasperini, ma nulla è ancora deciso. E poi c’è chi parla di Espirito Santo, mentre Allegri, a dispetto dei meme, non è mai stato in corsa davvero.

Insomma, una lista di candidati c’era. Ma non era lunga. E non era fatta di top player in panchina. Perché l’effetto sorpresa in stile Mourinho sembra, almeno per ora, fuori budget e fuori logica.

E il tempo? Quello sì, inizia a stringere

La stagione è finita, la Roma è in Europa, ma non ha ancora chi guiderà il gruppo. E con il mercato alle porte, ogni giorno che passa è un giorno perso per pianificare. I tifosi hanno aspettato. Con pazienza, con fiducia, con la solita ironia. Ma adesso inizia a farsi largo anche una certa insofferenza, perché restare fermi troppo a lungo, in un calcio che corre, non è mai un buon segnale.

Non chiediamo molto: solo di sapere chi sarà l’uomo che siederà su quella panchina, chi proverà a costruire qualcosa dopo Mourinho, dopo De Rossi, dopo Ranieri. Un profilo chiaro, una visione tecnica, una direzione. Perché oggi più che mai la Roma ha bisogno di certezze. E i tifosi, che ne hanno viste tante, meritano almeno un nome. Non per sognare. Ma per iniziare a capire dove si vuole andare. L’attesa è finita. O almeno, dovrebbe.

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Direttore Responsabile
Giornalista, fondatore e direttore responsabile di SoloLaRoma.it. Da sempre racconto la Roma con passione, rigore e uno sguardo critico ma costruttivo. Credo in un’informazione indipendente, fatta da chi vive la squadra giorno per giorno, e dedicata a chi della Roma ha fatto una fede.
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