Con la sosta ormai quasi completamente alle spalle, la Roma tornerà in campo contro l’Inter nel posticipo dell’ottava giornata di Serie A, in programma domenica sera allo Stadio Olimpico. Proprio a partire dai ricordi dei match con i nerazzurri si è espresso l’ex giallorosso Vincent Candela, in un’intervista concessa a Radio Stereo, per la trasmissione Te la do io Tokyo.
Queste le sue parole: “Mi viene in mente il 5-4 di ventisei anni fa. Bellissima partita, ma sul 4-4 potevamo coprirci di più. Questo è un momento particolare, sarà un Roma-Inter speciale. Non parlo di riscatto, perché non mi piace parlare in questi termine, in caso di vittoria potrebbero cambiare un po’ di cose dal punto di vista mentale, quindi l’allenatore deve essere pronto, vediamo la squadra che metterà in campo. Sarà molto difficile perché l’Inter risponde sempre presente nelle partite importanti”.
Riguardo Angelino: “Ho sentito molte volte dire che ha un piede educato, ma non serve solo quello, serve anche la testa. È un giocatore che quando prende rischi e va avanti mi piace, però dovrebbe farlo un po’ di più. E poi, oltre a spingere, dovrebbe anche aiutare dietro. Neanche per lui è un momento facile, ma l’allenatore lo fa giocare e cerca riscatto. Anche i compagni lo devono aiutare, perché se davanti c’è solo il centravanti è difficile pure per il terzino. Ci vogliono un po’ più di soluzioni davanti, altrimenti solo con la prima punta che fa gol e gli altri no, diventa difficile anche per uno come lui con il piede educato”.
Candela: “Società fragile. Da troppo tempo la Roma non gioca bene”
Tornando sull’esonero di De Rossi: “Il motivo è la fragilità della società, l’ho detto quando è successo. Ognuno può fare le sue scelte, però ci sono i momenti e i modi di farle e con De Rossi hanno sbagliato momento, modo e anche a chi l’hanno fatto. Magari Juric ha più esperienza, però le prospettive di Daniele secondo me sono di diventare un grande allenatore. Per cui la fragilità e le paure, che poi arrivano anche ai giocatori, vengono sempre dal manico. Al di là del fatto che sia mio amico o che ami la Roma, era un percorso importante per lui e per la squadra. Così invece c’è stata solo la fragilità di non capire il calcio“.
Sul fatto che la Roma non esprime un bel gioco: “Da un bel po’ di tempo. Ma perché tatticamente anche con Mourinho, è vero che abbiamo vinto la Conference, però era il minimo con quella squadra, secondo me era giusto vincerla, con Mourinho abbiamo avuto un po’ di difficoltà a giocare bene e quindi è passato un bel po’, perché Fonseca non mi piaceva. Dobbiamo tornare al quarto di finale di Di Francesco contro il Barcellona“.
Candela ha concluso parlando di Pellegrini: “A me spiace perché è la cosa più difficile quando il tuo tifo ti fischia prima della partita. Quando perdi all’Olimpico è anche giusto, fa parte della nostra passione. Però prima, o appena sbaglia un passaggio dispiace, perché è difficile anche per un grande campione quando ti fischiano i tuoi tifosi. Mi dispiace perché Pellegrini sta lì e da sempre il massimo. Secondo me a volte ha giocato non nel suo ruolo e dove non era sua responsabilità. È un giocatore importante ma non può essere quello che ti risolve tutte le partire. La responsabilità del capitano a fine partita ci sta, ma prima della partita i fischi appena viene fatto il suo nome mi dispiacciono”.