Un’umiliazione. Una finale persa senza combattere. Un trofeo regalato con una delle peggiori prestazioni della storia recente. La Roma Femminile crolla 4-0 contro la Juventus nella finale di Coppa Italia giocata ieri allo stadio Senigaglia di Como, chiudendo nel modo più amaro una stagione già avvelenata da troppi bassi e pochi, pochissimi alti.
In campo, solo incertezze, errori e un’apatia inspiegabile, per una squadra che avrebbe dovuto dare tutto almeno per salvare la faccia. E invece, a pochi passi dal Lago di Como, la Roma è sprofondata, lasciando solo i coriandoli bianconeri a colorare una finale mai davvero cominciata.
Un deserto tecnico e mentale
La Juventus ha dominato senza fatica. E non tanto per meriti straordinari, ma per l’assenza totale di opposizione. Difesa fragile, centrocampo inconsistente, attacco inesistente: una Roma irriconoscibile, travolta dall’inizio alla fine. A pesare non è solo il risultato, ma l’atteggiamento, l’assenza di reazione, di orgoglio, di spirito.
Il punto più basso di una stagione nata male, proseguita peggio e chiusa nel peggior modo possibile. E ora l’estate giallorossa si apre all’insegna del cambiamento: il ciclo è finito, serve voltare pagina. C’è solo un elemento da salvare da questa giornata nera: i tifosi romanisti. Hanno organizzato pullman, fatto ore di viaggio, portato bandiere, striscioni, cori e cuore. A differenza della squadra, loro c’erano. Sempre.
Anche quando le giocatrici, a fine gara, erano in lacrime sotto la pioggia di coriandoli bianconeri. Anche quando sul campo si respirava solo delusione. Anche allora, la Curva improvvisata dietro la tribuna non ha mai smesso di cantare: “Con la Lupa sopra al petto”, diceva lo striscione.
Minami diretta in Inghilterra
Tra le immagini più forti del post-partita, le lacrime di Moeka Minami, abbracciata e consolata dalle compagne. Secondo quanto riportato da Il Romanista, l’addio è certo: la difensora giapponese è destinata a volare in Inghilterra. E sarà solo la prima di una lunga serie.