La Roma sta imparando a vincere anche senza Paulo Dybala, il suo giocatore più forte. Questo non significa che la sua assenza sia un vantaggio o che la squadra renda meglio senza di lui. Basta pensare alla sfida contro il Porto, in cui la Joya ha fatto la differenza praticamente da solo. Tuttavia, è giusto riconoscere che la squadra di Ranieri ha saputo contenere la dipendenza dall’argentino, dimostrando di poter trovare soluzioni alternative nei momenti di difficoltà .
I numeri della Roma senza Dybala
Come riportato dal Corriere dello Sport, delle 16 partite di campionato in cui Dybala è partito titolare, la Roma ha ottenuto 27 punti, con una media di 1,6 a partita. Nelle 14 gare in cui l’argentino è mancato o è entrato dalla panchina, la squadra ha raccolto 25 punti, con una media di 1,74.
Naturalmente, questi numeri non raccontano tutta la storia: in alcuni casi Dybala è stato risparmiato per gestire le energie dopo le fatiche europee, soprattutto contro avversari alla portata. In quel contesto, la Roma ha trovato in Soulé una risorsa importante, con il giovane argentino che ha portato 4 punti fondamentali con i gol segnati contro Parma ed Empoli.
Ranieri e la valorizzazione della rosa
Se la Roma è riuscita a mantenere un rendimento alto nonostante le assenze eccellenti, gran parte del merito va a Claudio Ranieri. L’allenatore ha saputo massimizzare il contributo di tanti giocatori, dando nuove opportunità a chi sembrava ai margini. Basti pensare a Eldor Shomurodov, autore di gol insperati, o alla scossa portata da Artem Dovbyk, che ha deciso tre delle ultime quattro partite con reti fondamentali contro Como, Cagliari e Lecce.
Anche Angeliño ha ritrovato fiducia, mentre Celik, che per due stagioni era stato un semplice rincalzo sulla fascia destra, si è reinventato come centrale difensivo ed è diventato insostituibile. Soulé, che prima giocava con meno convinzione, ora rischia di più la giocata e si sta prendendo sempre maggiori responsabilità .
Un altro grande miglioramento riguarda Leandro Paredes, che è tornato a essere il perno del centrocampo, dando ordine e qualità alla manovra. L’unico che sembra ancora in difficoltà è il capitano, Lorenzo Pellegrini, che a Lecce ha avuto un’altra occasione per rilanciarsi ma non l’ha sfruttata.