Tempo di grossi cambiamenti in casa Roma dopo una stagione a dir poco travagliata, finita comunque con la conferma dell’Europa League grazie ad un super Ranieri. C’è spazio però anche per notizie extra campo, questa volta per nulla piacevoli: come spiegato da Roma Today, 8 tifosi giallorossi sono attesi a processo il prossimo 13 novembre con l’accusa di minaccia aggravata. Per spiegare il perché bisogna fare un piccolo tuffo ne passato, fino al famoso caso Ndicka di poco più di un anno fa.
Dopo il malore che il difensore ivoriano aveva accusato nel match di Udine del 14 aprile 2024, l’allora presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini decise di recuperare i 18 minuti restanti di quella partita il 25 dello stesso mese. Una decisione che non piacque per nulla al tecnico Daniele De Rossi, che lamentò il poco tempo a disposizione per preparare poi due sfide fondamentali come quello con Napoli in campionato e Bayer Leverkusen in Europa League. Sui social si scatenò tutta la rabbia dei tifosi giallorossi, che presero d’assalto i profili Facebook e Instagram del presidente, costringendolo a limitare i commenti ai post.
“Te devi sveglià freddo”, “Fai vomitare”, “Lurido verme poi ti vengo a prendere a casa”. Queste solo alcune delle minacce e offese ricevute da Casini dopo quell’episodio, che a quanto pare non rimarranno impunite. Gli 8 ragazzi, tutti di età compresa tra i 22 e i 28 anni, dovranno rispondere delle proprie azioni il prossimo 13 novembre in tribunale, per quelli che risultano essere fatti sempre più frequenti, ovvero frasi denigratorie e preoccupanti che popolano il mondo dei social.
Gasperini e il “codice giallo” di Ndicka
Caso Ndicka che fece scalpore già allora, non solo per la potenziale gravità della cosa, ma anche per le parole di quello che sembra essere il post Ranieri designato in casa giallorossa. Gasperini disse questo dopo l’accaduto e il problema dei recuperi delle varie partite: “Non è colpa nostra se non si conosce la data del recupero con la Fiorentina. Questa situazione ci ha penalizzato, avremmo giocato prima ma non era possibile. È successo qualcosa di drammatico (era scomparso Joe Barone, ndr) e bisogna rendersi conto che non era un codice giallo. Non ne abbiamo tratto nessun vantaggio, questo deve essere chiaro”. Un’uscita infelice sicuramente, da archiviare nel caso fosse lui il nuovo allenatore.