Tanti gli aspetti su cui deve migliorare la Roma, un qualcosa di non semplice viste le tante turbolenze subite dall’inizio dell’anno. Volendo isolare l’analisi ad uno solo dei problemi fatti registrare, è facile anzitutto notare come la squadra faccia pochi gol: solo 1 nelle due gare di Europa League e appena 8 nelle prime 7 gare di campionato (attuale 13° attacco della Serie A), e bisogna risalire addirittura alla stagione 2001/2002 per trovare un dato peggiore, quando furono 6 nello stesso numero di giornate.
Non solo, perché a ciò si lega una tendenza della Roma a sbagliare gli approcci alle partite: la squadra è riuscita a sbloccare per prima il risultato nel primo tempo solo contro Genoa e Udinese, ed è proprio il Grifone l’unica squadra ad aver fatto peggio dei giallorossi. In Europa League ci è riuscita con il Bilbao, ma non con il modesto Elfsborg, ed è dunque evidente la difficoltà ad azzannare le gare, a concretizzare la grande mole di gioco che con Juric si è sempre vista.
Dal Torino alla Roma: con Juric la musica non cambia
Qualcosa su cui il tecnico giallorosso dovrà sicuramente lavorare in questi giorni, e non è un caso che, al termine del match contro il Monza, abbia sottolineato come voglia ragazzi più tosti e “bastardi” nei momenti decisivi della gara. Ciò che preoccupa la piazza però è il fatto che ciò che abbiamo detto in precedenza riguardo gol e approcci sia un dato costante con Juric, che si porta questo fardello dall’anno scorso.
Da Torino a Roma la musica non è cambiata: i granata sono stati il quart’ultimo attacco della scorsa Serie A con 36 reti, davanti solo a Lecce, Salernitana ed Empoli, mentre per quanto riguarda i centri messi a segno nella prima mezz’ora di gioco, solamente il Cagliari ha avuto numeri peggiori. Non è un caso che Ghisolfi sia sulle tracce di un vice Dovbyk di livello per l’attacco, con Juric che cercherà sicuramente un cambio di tendenza.