Ospite della nuova puntata di Dreaming Roma, il podcast del club giallorosso, uno dei maggiori talenti della Roma Primavera, Mattia Mannini, ha raccontato il suo percorso a partire dalla prima chiamata del club: “È stato un momento incredibile. Ricordo ancora in piena pandemia la chiamata del direttore Bruno Conti e all’inizio veramente non ci credevo. Un ragazzi di Sarzana che viene notato da un così grande club come la Roma è un sogno. Ma non ho dubito neanche un secondo. Non avevo dubbi neanche prima, poi quando sono venuto a vedere le strutture con il Direttore, con Manuel Marzocca e mi hanno fatto visitare Trigoria è stato veramente incredibile, un momento bellissimo”.
Riguardo la scelta di accettare la Roma: “Mi sono innamorato durante un torneo a Gallipoli in cui ho avuto la fortuna di giocare contro la Roma under 14 ai tempi allenata da Mister Rubinacci e quella partita ero rimasto incredulo. Appena ho avuto l’occasione di poter indossare la maglia ho detto ‘Quella è la squadra giusta e voglio giocare con quei colori’. I miei genitori mi avrebbero supportato in qualsiasi scelta e anche loro sono poi rimasti estasiati”.
Mannini: “Chiamata della Nazionale? È stato incredibile”
Riguardo il percorso con le giovanili: “Quando ho iniziato sapevo di entrare a far parte di una squadra fortissima e infatti l’abbiamo dimostrato perché abbiamo vinto due Scudetti. Poi un altro anno in cui non ho giocato le finali è arrivata purtroppo una sconfitta altrimenti sarebbero stati tre di fila. Averli tutti in successione è stato bellissimo e poi la Supercoppa con la Primavera è stato il primo trofeo del massimo campionato giovanile. Peccato per il finale dell’anno scorso perché avremmo meritato di alzare quella coppa per il percorso fatto ma abbiamo quest’anno per rifarci. Dobbiamo affrontare questo finale di stagione con voglia di rivalsa“.
Mannini si è poi espresso sul suo essere “tuttocampista”: “Mi piace come termine perché il fatto di sapersi adattare a molte posizioni credo sia un pregio e mi fa piacere che si noti. Posso ricoprire tante zone del campo dove la squadra ha bisogno anche se in realtà nasco come mezzala e mi viene naturale perché mi piace giocare più vicino alla porta. Però dall’under 17 ho iniziato a sperimentare e poi tutti i vari allenatori hanno poi riportato questa mia caratteristica sul campo”.
Sull’emozione della prima chiamata in Nazionale nel dicembre 2022: “Mi ha chiamato la segreteria della Roma e io veramente non sapevo se crederci o meno. Ero fuori di me, non capivo e avevo i brividi. Ho chiamato subito i miei genitori e mio padre quasi arrabbiato mi dice ‘Mattia ma falla finita’. Non ci credevano neanche loro. Ero il più piccolo di tutti i ragazzi ed è stato veramente incredibile. In raduno c’era anche Tommaso Baldanzi e ho avuto la fortuna di conoscerlo li prima ancora che nel club. Però ero veramente estasiato e non riuscivo a crederci“.
Mannini: “Il rinnovo un momento speciale, sono orgoglioso”
Riguardo l’esordio con la Roma in Europa League: “Era l’ultima giornata del girone, Roma-Sheriff ed è stato incredibile. Si vede anche nel mentre che entro in campo che sospiro perché dovevo capire un attimo il tutto. È stata bellissima proprio tutta la giornata, c’era un po’ quell’ansia ma era una speranza. Sinceramente quando sono arrivato qua mi ero prefissato dei sogni più che obiettivi perché gli obiettivi li costruisci con il tempo e averli raggiunti così presto è incredibile. Ringrazio la Roma e mister Mourinho per l’opportunità“.
Sul rinnovo: “Un momento speciale. È stato bellissimo perché ricevere un attestato del genere da un club come la Roma vuol dire che il percorso di questi anni ha dato i suoi frutti. Sono veramente grato alla Roma per l’opportunità e mi ha fatto molto piacere che ci fossero anche Alberto De Rossi e Bruno Conti, che come ho detto è stato il primo ad avermi notato. Ringrazio anche il direttore Ghisolfi che è stato importante per me. È un attestato che mi ha reso molto orgoglioso e sono contentissimo di continuare a vestire questa maglia“.
Mannini ha poi concluso: “Quanto mi è entrata dentro la Roma? Penso che sia difficile da far capire perché per uno che ha la romanità, il romanismo e i colori giallorossi già dentro è più naturale. Invece per un ragazzo che viene da fuori viene proprio travolto dalla passione che ha questa città, che hanno questi tifosi. La senti fin da subito perché arrivare da un paesino di qualche migliaio di abitanti e poi trasferirti a Roma in un contesto del genere ti cambia tutto. Però mi è entrato veramente dentro il DNA giallorosso e non si può spiegare”.