Roma Primavera, rivoluzione in vista: tanti addii, pochi esordi e nuove priorità

Il vivaio giallorosso perde pezzi pregiati, ma rinnova i suoi talenti chiave: Ghisolfi al lavoro per evitare una nuova emorragia

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La Roma Primavera si prepara a vivere un’estate di profonda trasformazione. Dopo una stagione in chiaroscuro, in cui – per la prima volta dopo 27 anni – nessun giovane ha esordito in prima squadra, il settore giovanile giallorosso deve ora affrontare una raffica di addii che rischia di svuotare la rosa e il progetto tecnico.

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Addii pesanti: via Marin, Golic, Levak e Misitano

Il caso più eclatante è quello di Renato Marin, classe 2006, uno dei migliori portieri della sua generazione. Ha scelto il Paris Saint-Germain, lasciando Trigoria dopo il mancato rinnovo. Una perdita grave, che pesa anche simbolicamente: il vivaio romanista fatica a trattenere i suoi talenti più promettenti.

Stessa sorte per il centrale Lovro Golic e per Sergej Levak, mezzala potente e dinamica, già promesso sposo dell’Inter. A questi si aggiunge Giulio Misitano, centravanti del 2005, che ha già salutato il gruppo e si unirà all’Atalanta. Il suo ringraziamento sui social al tecnico Federico Falsini ha chiuso un ciclo, forse troppo presto.

Chi resta: rinnovi, speranze e osservati speciali

Nonostante la fuga di giovani talenti, la Roma ha anche provato a blindare alcune pedine in vista del futuro. Sono arrivati i rinnovi del 2005 Marazzotti, esterno duttile e dinamico, e dei 2006 Mannini e Romano, due profili tecnici e intelligenti, considerati già pronti per un eventuale salto nei professionisti. Da tenere sotto osservazione anche Graziani, classe 2003-2004, elemento di esperienza del gruppo Primavera, che potrebbe essere coinvolto nella prossima pre-season o valutato per un prestito.

Il tema degli esordi: un segnale da non sottovalutare

Che in questa stagione nessun ragazzo della Primavera abbia esordito in prima squadra non è solo una curiosità statistica. È un segnale. In un club che storicamente ha sempre puntato sul vivaio, questo dato impone una riflessione sulla scarsa integrazione tra settore giovanile e prima squadra. Il nuovo corso targato Gasperini dovrà riannodare quel filo, soprattutto in un contesto economico in cui sfruttare le risorse interne sarà imprescindibile.

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