Roma, Sabatini sui Friedkin: “Non parlare alla gente è arroganza”

Redazione Solo la Roma
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Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma

Walter Sabatini, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero, dove ha parlato non solo della situazione della Roma, ma anche di quella che sarà la sfida contro l’Inter. L’ex direttore sportivo giallorossa ha cominciato esprimendosi su quelle che sono le differenze a livello dirigenziale delle due società, criticando anche la gestione dei Friedkin.

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Queste le sue parole: “Marotta è un grandissimo, Ghisolfi nella migliore delle ipotesi è un bravo giovane dirigente. Agli stranieri devi dare qualche mese per ambientarsi, anche se alla Roma ho l’impressione che ancora non abbiano capito dove sono, come non l’hanno capito i Friedkin, che non hanno mai parlato con la gente. È un atto di arroganza insopportabile“.

E ancora: “All’Inter c’era a fare da trampolino di lancio la famiglia Zhang e un management esperto. I Friedkin invece non hanno capito che la Roma senza la sua gente non è niente. L’affetto e l’adrenalina che genera questa città e questo ambiente li hanno totalmente ricusati”.

Su quanto sia stata positiva o meno per la Roma l’operazione Mourinho, Sabatini ha così risposto: “Di benefici francamente non ne ho visti, a parte la vittoria di una Coppa, che comunque rimane. In ogni caso Mourinho ha buttato dentro tanti ragazzi del vivaio ed è qualcosa che porta frutti”.

Sabatini su Totti: “Un ruolo nella Roma gli spetta di diritto”

Riguardo invece un possibile ruolo dirigenziale per Totti, l’ex direttore sportivo giallorosso si è così espresso: “Mi intenerisco anche io. Spero che gli offrano un ruolo operativo nella Roma. Avrà necessità di un po’ di tempo per imparare, ma non lo sottovalutiamo, perché ha le sue scaltrezze. Certo, dovrebbe mettersi d’impegno, svegliarsi presto la mattina e non dormire la notte, però gli spetterebbe di diritto per la gioia che ha regalato a milioni di persone“.

Sabatini ha concluso parlando invece del capitolo ultrà: “Io non ho mai avuto problemi, ma l’ho sempre sentito come un potenziale rischio enorme. Cose come l’omaggio alla curva mi sembra troppo. La squadra deve rispettare i tifosi, ma occorre farlo con quelli della Sud o della Tribuna Tevere allo stesso modo. Consegnare le maglie e i riti sotto la curva sono esagerazioni obsolete e superate”.

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