Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha parlato della situazione dell’Italia, bacchettando anche Ranieri per la rinuncia alla panchina. Queste le sue parole: “Mi sembra che, in questo momento, l’Italia sia trattata male, e questo mi dispiace moltissimo. Prima della partita contro la Norvegia ho letto di un giocatore che ha detto no alla convocazione di Spalletti e poi ha polemizzato con l’ormai ex commissario tecnico. Adesso c’è una persona seria come Ranieri che, all’improvviso, dopo che erano già stati stretti degli accordi per l’ingaggio, si tira indietro. E così la Nazionale resta senza allenatore e in pieno caos. Posso dire che l’Italia merita un comportamento diverso?”.
In particolare, riguardo la scelta di Ranieri: “Non conosco le motivazioni profonde, ma ritengo che alla Nazionale non si possa dire di no. È un dovere morale rispondere alla chiamata, perlomeno io la vedo così. La Nazionale è la squadra di tutti gli italiani e dunque, per un allenatore, dovrebbe rappresentare il massimo traguardo. Che cosa c’è di più in alto e di più nobile che poter essere a capo di un progetto che coinvolge l’intero Paese?”.
Sacchi: “La Nazionale viene prima di ogni altra cosa”
Sacchi ha poi continuato: “Nazionale non più tanto desiderata? Può essere, ma mi sorprenderebbe parecchio. Non possiamo pretendere dai giocatori l’attaccamento alla maglia e lo spirito di gruppo se poi accadono queste cose. La Nazionale viene prima di ogni altra cosa, prima della società, prima dei comprensibili campanilismi. Qui bisogna capire che siamo nel mezzo di una situazione drammatica, quella che sta vivendo tutto il nostro calcio, e che per risolverla serve un atto di coraggio e di responsabilità. Per due volte consecutive non ci siamo qualificati al Mondiale e sono state mazzate terribili per i tifosi”.
Su chi potrebbe diventare il nuovo CT: “Leggo i nomi di molti allenatori, da Cannavaro a De Rossi a Gattuso. Non mi sento di esprimere un giudizio sulle loro qualità. Hanno fatto le loro esperienze, sono stati grandi campioni, hanno sicuramente il colore azzurro appiccicato alla pelle, e hanno emozionato il pubblico italiano quando hanno vinto il Mondiale nel 2006. Ma fare il commissario tecnico dell’Italia è un mestiere davvero molto complicato, ve lo dice uno che su quella panchina c’è stato. Bisogna selezionare, allenare, gestire le pressioni, fare gli psicologi. Mica facile. Però che gioca poter sedere su quella panchina”.