Non era semplice arrivare a Roma, nel pieno di una stagione complessa e caotica, e riuscire a brillare. Ma Matías Soulé, dopo un primo periodo di ambientamento, ha completamente rovesciato le aspettative e conquistato tutto: compagni, tifosi, allenatore. Ranieri, da quando è tornato in panchina, ha visto in lui un potenziale da sfruttare subito. Così è stato: dieci presenze da titolare consecutive in campionato e un rendimento che ha fatto la differenza.
Il talento argentino ha inciso in ogni zona del campo, realizzando 4 gol e fornendo 2 assist, ma soprattutto dimostrando che l’etichetta di “giocatore di fantasia” non gli rende giustizia. Soulé è diventato un’arma tattica completa, capace di alternare estro e sacrificio come pochi. Due delle sue reti sono arrivate in partite pesanti, contro Lazio e Inter, altre due sono state decisive nei successi per 1-0 contro Parma ed Empoli. Un impatto concreto, pesante, da protagonista vero.
A San Siro la consacrazione
La serata perfetta di Soulé arriva al Meazza. Roma e Inter si affrontano in un match che pesa tantissimo per entrambe. E Mati, con una prestazione totale, firma l’1-0 che vale oro per i giallorossi. Gol decisivo, certo, ma anche tanto altro. Premiato come MVP dalla Lega Serie A, Soulé ha brillato per qualità e quantità. Sei passaggi chiave, il miglior dato del match, dimostrano quanto sia entrato nel vivo del gioco romanista. Ma non si è fermato lì.
Schierato da esterno a tutta fascia, ha coperto l’intera corsia con lucidità e intensità: sette azioni difensive completate, quattro tackle riusciti (solo Cristante ha fatto meglio), e cinque duelli vinti su nove. Sono numeri da centrocampista totale, non da semplice fantasista. Ranieri gli aveva chiesto pragmatismo senza rinunciare all’estro, Soulé ha risposto con maturità, concretezza e classe. È diventato un simbolo silenzioso della rinascita romanista, un punto fermo su cui costruire il presente e forse anche il futuro.