Stop sul più bello, l’Atalanta spegne i sogni Champions della Roma: l’analisi del ko di Bergamo

Le vittorie contro Inter e Fiorentina avevano alimentato entusiasmo e speranze, ma come già accaduto in altre sfide decisive (Juventus, Lazio), la squadra di Ranieri non è riuscita a compiere il salto di qualità

Riccardo Siciliano
8 min di lettura

Dopo 19 risultati utili consecutivi, la corsa della Roma si arresta nel momento più delicato. A Bergamo, contro un’Atalanta solida e determinata, i giallorossi incappano in una sconfitta che sa di beffa e che rischia di compromettere la corsa Champions. Il Gewiss Stadium si conferma campo stregato per i capitolini, che pure arrivavano da due vittorie pesanti contro Inter e Fiorentina. Due successi che avevano fatto pensare a una squadra finalmente pronta a misurarsi con le big, ma che invece è tornata a commettere gli stessi errori già visti con Juventus e Lazio.

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La partita era stata rimessa in parità da Cristante dopo il vantaggio di Lookman, ma un gran tiro di Sulemana ha messo fine all’imbattibilità di Ranieri e, forse, anche alle speranze di qualificazione europea della Roma. L’Atalanta ha così centrato la quinta qualificazione in Champions in sette anni, mentre i giallorossi sono scivolati al sesto posto, a un punto da Juventus e Lazio.

Il primo tempo: equilibrio, occasioni e incubo Lookman

Ranieri ha scelto di affrontare l’Atalanta “a specchio”, abbandonando il 3-5-2 che aveva dato ottimi frutti contro Inter e Fiorentina. La Roma si è schierata con un 3-4-2-1: Celik, Mancini e N’Dicka davanti a Svilar; Rensch e Angelino sugli esterni, Koné e Cristante in mediana; Soulé e Shomurodov alle spalle di Dovbyk. Il piano tattico era chiaro: pressing alto per mettere in difficoltà la costruzione bergamasca, con accoppiamenti uomo su uomo su tutto il campo.

L’inizio è stato promettente e all’8’ Cristante ha sfiorato il vantaggio con un destro potente dalla distanza che impegna Carnesecchi. Ma subito dopo l’Atalanta è passata in vantaggio. De Ketelaere ha trovato spazio per tagliare il campo orizzontalmente e servire Lookman, seguito da Rensch in aiuto a Celik, ma l’olandese è stato attirato dalla sovrapposizione di Zappacosta e ha lasciato scoperto lo spazio interno: ne ha approfittato il nigeriano, che con un destro a giro ha infilato Svilar.

Da lì, Lookman è diventato un incubo per la difesa giallorossa. Sulla sinistra ha creato superiorità costante, con Celik spesso saltato e Rensch fuori posizione. Koné e Cristante, impegnati su Ederson e Pasalic, non riuscivano a dare sufficiente copertura. Al 11’ Ederson ha saltato Celik e ha calciato alto. Al 19’, ancora in transizione, Lookman ha pescato Ederson che ha servito De Ketelaere: l’attaccante belga ha sprecato un’occasione colossale.

Al 23’ la Roma si è salvata due volte nella stessa azione: Lookman ha servito ancora De Ketelaere, che ha trovato Svilar sulla traiettoria; poi Ndicka ha sbagliato il disimpegno e Retegui ha calciato fuori da ottima posizione. La Roma faticava a costruire, i lanci per Dovbyk erano inefficaci, mentre Soulé provava a creare scompiglio partendo da destra per accentrarsi.

Il pareggio è arrivato al 32’: quinto corner giallorosso, la palla è arrivata a Soulé che ha calibrato un cross perfetto per la testa di Cristante. Il centrocampista ha anticipato de Roon e Djimsiti e ha battuto Carnesecchi. Al 46’ l’azione più bella del match: asse verticale Soulé-Shomurodov, palla perfetta per Koné, ma il francese ha sbagliato clamorosamente il controllo a tu per tu col portiere, confermando il suo scarso feeling con la porta.

La ripresa: Roma sulle gambe, Sulemana chiude i conti

Nel secondo tempo l’inerzia della partita è cambiata. La Roma è apparsa subito più stanca, meno lucida, mentre l’Atalanta ha preso in mano il controllo del gioco. I bergamaschi hanno battuto tre corner nei primi sette minuti della ripresa. Al 54’ ci ha provato Soulé, ma il sinistro è finito a lato. Subito dopo anche Bellanova ha tentato la conclusione: stesso piede, stesso esito.

L’episodio chiave è arrivato al 65’: Koné parte in progressione e sembra essere steso da Pasalic, Sozza ha fischiato il rigore, ma il VAR ha richiamato l’attenzione dell’arbitro. Il contatto col piede non c’è, quello con la coscia viene ritenuto non punibile. Rigore annullato, Ranieri furioso nel post-gara.

A quel punto Gasperini è intervenuto: dentro Samardzic e Sulemana per De Ketelaere e Pasalic. Ed è proprio Sulemana a rendersi subito pericoloso, andando al tiro su assist di Ederson, ma Rensch ha deviato in scivolata disperata. Al 70’, ancora Lookman protagonista: assist perfetto per Djimsiti che di testa ha messo fuori di poco.

Ranieri ha aspettato troppo per cambiare: al 75’ fuori Rensch, dentro Pisilli per arginare Lookman. Ma è troppo tardi: al minuto successivo, Pisilli è in ritardo come il predecessore, Lookman ha crossato basso, Angelino è intervenuto ma ha respinto male, la palla è finita sui piedi di Sulemana che ha calciato di prima intenzione. Il destro potente e preciso si è insaccato all’angolino: 2-1.

Solo a quel punto Ranieri ha inserito forze offensive: El Shaarawy, Baldanzi e Saelemaekers. Ma la Roma si è affidtaa ai lanci lunghi e confusi, addirittura spingendo Ndicka in avanti come attaccante aggiunto. Saelemaekers, titolare fisso fino a un mese fa, è entrato tardi ma è riesciuto comunque a creare qualcosa. Ma non è bastato.

Si salvano Cristante e Soulé, Ranieri sbaglia tutte le scelte

Nella serata amara di Bergamo si salvano solo in due: Cristante e Soulé. Il primo è l’autore del gol del momentaneo pareggio, oltre che uno dei pochi a mostrare personalità. Il secondo ispira e inventa, soprattutto nel primo tempo, dove costruisce anche la chance più importante per Koné.

Il resto è poco. Koné alterna dinamismo a gravi errori: passaggi sbagliati, scelte sbagliate sotto porta e una caduta anticipata che vanifica un potenziale rigore. Rensch sbaglia completamente il movimento su Lookman, battezzando un lato senza che l’attaccante nerazzurro avesse accennato una finta. Le disattenzioni dell’olandese e la gestione discutibile dei cambi da parte di Ranieri hanno inciso sul risultato finale.

Ranieri ha portato punti pesanti da quando è tornato, ma in questa occasione ha sbagliato: nella lettura della partita, nella scelta del modulo e nei cambi ritardati. È giusto riconoscergli il merito di aver rivitalizzato una squadra in crisi, ma altrettanto corretto evidenziare gli errori.

Ultimi 180 minuti per sognare ancora

Il discorso Champions non è ancora chiuso, ma ora tutto è nelle mani delle ultime due giornate. La Roma affronterà il Milan in casa e poi il Torino in trasferta. Juventus e Lazio sono a +1: i bianconeri se la vedranno con Udinese e Venezia, i biancocelesti con Inter e Lecce.

Per Ranieri, questi sono gli ultimi 180 minuti da allenatore: poi sarà ritiro definitivo. Ma l’analisi non può fermarsi al sentimentalismo. Il futuro della Roma è tutto da scrivere e la scelta del prossimo allenatore diventa sempre più centrale. Servono idee chiare, visione e ambizione. Perché se la stagione si deciderà nei dettagli, il progetto Roma dovrà necessariamente andare oltre.

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Nato a Roma il 22 gennaio del 2001, amante del calcio e dello sport a 360°. Laureato in Comunicazione, tecnologie e culture digitali, adesso costruisco il mio futuro sulle mie due grandi passioni.
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