Svilar-Roma, ci siamo: la firma che vale il futuro

Dopo settimane di trattative, la Roma e Mile Svilar sono pronte a legarsi a lungo: quinquennale da 3,5 milioni, ruolo centrale nel nuovo progetto tecnico. Massara chiude, Ranieri ha tessuto la trama. La Curva lo ha già eletto beniamino: “Mile non si tocca”.

Marta Visconti
Marta Visconti - Collaboratore
4 min di lettura

La trattativa è durata settimane, ha alimentato titoli, alimentato ansie e aspettative, ma ora la nebbia si sta finalmente diradando: Mile Svilar è pronto a firmare il rinnovo con la Roma. Un contratto importante, sia in termini economici che simbolici. Perché questa, più che una semplice estensione, è la consacrazione di un percorso, la definitiva investitura di un portiere diventato colonna. L’intesa è ormai vicina, limata in ogni dettaglio dal nuovo direttore sportivo Frederic Massara, che ha preso in mano il dossier e lo ha portato quasi alla chiusura. L’offerta, da 3,5 milioni di euro a stagione più bonus fino al 2029, rappresenta un salto netto rispetto al precedente stipendio, poco sotto al milione. Una cifra che ora rispecchia il valore di un titolare che ha guadagnato tutto sul campo.

- Pubblicità -

Il peso di Ranieri e la regia invisibile

A spingere verso l’accordo è stata anche la figura discreta ma centrale di Claudio Ranieri, che in queste settimane ha svolto un ruolo di mediazione fondamentale. Contatti diretti con il giocatore, telefonate, parole giuste al momento giusto. È stato anche grazie a lui che le distanze si sono ridotte fino quasi ad annullarsi.

Perché Svilar, al netto delle questioni economiche, vuole restare alla Roma. Lo ha detto, lo ha ribadito, lo ha dimostrato. E ora è pronto a prendere il primo volo utile per chiudere tutto e guardare avanti, verso un futuro che lo vede protagonista.

Cuore giallorosso: il portiere che la Sud ha scelto

Non si tratta solo di numeri o clausole. Mile Svilar è già diventato qualcosa di più di un portiere. È un simbolo di questa Roma che vuole ripartire senza perdere anima e identità. Lo dimostra il legame con i tifosi, sempre più stretto e viscerale. La Curva Sud si è esposta, lo ha fatto con la forza che solo certi striscioni sanno avere: “Talento, attaccamento alla maglia, voglia di lottare. Blindate subito Mile Svilar”. E poi, ancora più diretto: “Mile non si tocca”.

Un appello che la dirigenza ha recepito. Gasperini, d’accordo con Massara, lo considera un pilastro della squadra, un punto fermo dal quale partire per costruire una difesa solida, affidabile, ambiziosa. Non ci sono più dubbi sul fatto che il progetto ruoti anche attorno a lui.

Lontano da Trigoria, ma mai così vicino

Intanto, Svilar si allena da solo. Ma non si ferma mai. Lo fa ad Anversa, la sua città, in una palestra elegante dove si respira professionalità e dedizione. Mentre i compagni si godono le vacanze, lui resta concentrato. Tra una sessione con il preparatore e una carezza al figlio appena nato, il portiere belga si tiene pronto.

Ha un solo obiettivo in mente: presentarsi al raduno del 13 luglio in condizioni perfette. Sa che la prossima stagione sarà cruciale. Non solo per confermarsi, ma per guidare la Roma verso traguardi che ormai non sono più solo speranze, ma pretese. Da parte della società, della tifoseria, e anche da parte sua.

La firma più importante

Quando arriverà, quella firma sarà molto più di un atto formale. Sarà un patto emotivo tra Svilar e una città che lo ha adottato. Un portiere moderno, affidabile, ma anche passionale. Uno che, dopo aver conquistato la fiducia di tutti, adesso si prende ciò che ha meritato. La porta della Roma è sua. E a giudicare da come la difende, nessuno vuole cambiarne le chiavi.

SI PARLA DI:
Condividi questo articolo
Collaboratore
Seguimi su:
Mi chiamo Marta Visconti, sono una content creator da oltre 20 anni e una romanista da una vita. Scrivere, raccontare, condividere emozioni è sempre stato il mio modo di vivere il calcio e la Roma in particolare. Su SoloLaRoma.it porto la mia esperienza nel mondo dei contenuti digitali al servizio della mia più grande passione. Dal primo post allo stadio, ogni parola che scrivo ha dentro un pezzo del mio cuore giallorosso. Perché la Roma non è solo una squadra: è casa. E raccontarla, per me, non è un lavoro. È un onore.
Nessun commento