La trattativa è durata settimane, ha alimentato titoli, alimentato ansie e aspettative, ma ora la nebbia si sta finalmente diradando: Mile Svilar è pronto a firmare il rinnovo con la Roma. Un contratto importante, sia in termini economici che simbolici. Perché questa, più che una semplice estensione, è la consacrazione di un percorso, la definitiva investitura di un portiere diventato colonna. L’intesa è ormai vicina, limata in ogni dettaglio dal nuovo direttore sportivo Frederic Massara, che ha preso in mano il dossier e lo ha portato quasi alla chiusura. L’offerta, da 3,5 milioni di euro a stagione più bonus fino al 2029, rappresenta un salto netto rispetto al precedente stipendio, poco sotto al milione. Una cifra che ora rispecchia il valore di un titolare che ha guadagnato tutto sul campo.
Il peso di Ranieri e la regia invisibile
A spingere verso l’accordo è stata anche la figura discreta ma centrale di Claudio Ranieri, che in queste settimane ha svolto un ruolo di mediazione fondamentale. Contatti diretti con il giocatore, telefonate, parole giuste al momento giusto. È stato anche grazie a lui che le distanze si sono ridotte fino quasi ad annullarsi.
Perché Svilar, al netto delle questioni economiche, vuole restare alla Roma. Lo ha detto, lo ha ribadito, lo ha dimostrato. E ora è pronto a prendere il primo volo utile per chiudere tutto e guardare avanti, verso un futuro che lo vede protagonista.
Cuore giallorosso: il portiere che la Sud ha scelto
Non si tratta solo di numeri o clausole. Mile Svilar è già diventato qualcosa di più di un portiere. È un simbolo di questa Roma che vuole ripartire senza perdere anima e identità. Lo dimostra il legame con i tifosi, sempre più stretto e viscerale. La Curva Sud si è esposta, lo ha fatto con la forza che solo certi striscioni sanno avere: “Talento, attaccamento alla maglia, voglia di lottare. Blindate subito Mile Svilar”. E poi, ancora più diretto: “Mile non si tocca”.
Un appello che la dirigenza ha recepito. Gasperini, d’accordo con Massara, lo considera un pilastro della squadra, un punto fermo dal quale partire per costruire una difesa solida, affidabile, ambiziosa. Non ci sono più dubbi sul fatto che il progetto ruoti anche attorno a lui.
Lontano da Trigoria, ma mai così vicino
Intanto, Svilar si allena da solo. Ma non si ferma mai. Lo fa ad Anversa, la sua città, in una palestra elegante dove si respira professionalità e dedizione. Mentre i compagni si godono le vacanze, lui resta concentrato. Tra una sessione con il preparatore e una carezza al figlio appena nato, il portiere belga si tiene pronto.
Ha un solo obiettivo in mente: presentarsi al raduno del 13 luglio in condizioni perfette. Sa che la prossima stagione sarà cruciale. Non solo per confermarsi, ma per guidare la Roma verso traguardi che ormai non sono più solo speranze, ma pretese. Da parte della società, della tifoseria, e anche da parte sua.
La firma più importante
Quando arriverà, quella firma sarà molto più di un atto formale. Sarà un patto emotivo tra Svilar e una città che lo ha adottato. Un portiere moderno, affidabile, ma anche passionale. Uno che, dopo aver conquistato la fiducia di tutti, adesso si prende ciò che ha meritato. La porta della Roma è sua. E a giudicare da come la difende, nessuno vuole cambiarne le chiavi.