Un nuovo caso di plusvalenze fittizie scuote il calcio italiano, e a finire nell’occhio del ciclone è anzitutto la Roma. La Guardia di Finanza, esaminando i bilanci del club dal 2016 al 2021 in quel di Trigoria, avrebbe accertato una dichiarazione di costi maggiori non deducibili pari a circa 80 milioni di euro. Il rischio di multa salatissima è alto, anche se i giallorossi hanno dichiarato di ritenere infondati tali rilievi, e di riservarsi la facoltà di dimostrare la bontà del proprio operato nelle sedi opportune.
Almeno 6 le operazioni di mercato sotto indagine: lo scambio Luca Pellegrini-Spinazzola, quello che portò Frattesi e Marchizza al Sassuolo per prendere Defrel, l’operazione Nainggolan all’Inter che generò una plusvalenza di 30 milioni, la cessione di Manolas al Napoli e gli acquisti di Kumbulla dal Verona e Cristante dall’Atalanta. Occhio poi alla svalutazione di giocatori come Dzeko, Diawara, Pedro e Pastore.
Non solo la Roma però a rischio accertamenti fiscali ed eventuali sanzioni, visto che l’occhio della Guardia di Finanza si è posato anche su Juventus, Napoli e Lazio. Con i bianconeri è già successo molto negli ultimi anni riguardo ad eventuali plusvalenze fittizie, mentre si è ancora in fase embrionale per quanto riguarda Roma e partenopei. Per i biancocelesti invece l’inchiesta è aperta ed è al vaglio dei pm di Arezzo.
La Roma risponde
Ultimo aggiornamento per la vicenda con la nota rilasciata sul sito ufficiale della Roma che commenta così lo spiacevole episodio: “In relazione alle notizie inesatte apparse in merito al processo verbale della Guardia di Finanza, la Società ritiene si tratti di rilievi infondati, con riguardo ai quali intende far emergere la correttezza del proprio operato presso le competenti sedi, fermo restando che, anche ove i rilievi fossero accolti, il carico impositivo massimo non supererebbe comunque i 2 milioni di euro circa”.