Rossi d’Italia, Pellegrini 6° espulso della Roma: Juventus irraggiungibile

Redazione Solo la Roma
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Testa dell’Italia che si è subito spostata alla gara contro Israele, che farà visita agli Azzurri lunedì 14 ottobre, alle 20:45, alla Bluenergy Arena di Udine. Gara importante per mantenere la testa del girone di Nations League, ma è ancora fresco il rammarico per i due punti persi contro il Belgio, in un match dominato per 40′ e gettato al vento a causa dell’ingenuità di Lorenzo Pellegrini, spedito anzitempo negli spogliatoi per un grave fallo di gioco ai danni dell’ex Bologna Theate.

Il Corriere della Sera si concentra proprio sui rossi d’Italia, e su quali squadre siano messe meglio, anzi peggio, in questa speciale classifica. Roma che si difende decisamente bene e si aggiudica il 2° posto della graduatoria: Pellegrini è in infatti il 6° giallorosso espulso con la maglia della Nazionale, e grazie a lui i capitolini staccano Fiorentina e Milan a 4 nonché Inter e Parma a 3. Decisamente irraggiungibile la Juventus, che vanta ben 17 cartellini rossi tra le sue fila.

L’attuale capitano della Roma, l’ultimo evidentemente della lista, è decisamente in buona compagnia: il primo giallorosso espulso fu l’italo-uruguaiano Alcides Ghiggia nel 1950, quando ancora non esistevano materialmente i cartellini. In quella partita l’Italia perse 2-1 con l’Irlanda del Nord e non si qualificò al Mondiale. Dopo di lui, il grande salto fino ad un simbolo come Totti, cacciato dal campo da Byron Moreno nei Mondiali in Corea del Sud nel 2002; poi De Rossi nel 2006 contro USA, Osvaldo nel 2012 con la Danimarca e ancora De Rossi nel 2015 con la Bulgaria.

Buio Pellegrini

Pellegrini diventa dunque l’espulso numero 45 nella storia dell’Italia, ad 88 anni di distanza dal primo, lo juventino Rava all’Olimpiade del 1936 vinta proprio dagli Azzurri. Dati questi interessanti ma che lasciano il tempo che trovano, perché ciò che catalizza l’attenzione è la crisi che sta colpendo il capitano giallorosso. La svolta in Nazionale non è arrivata, ed ora il ritorno in una Roma che da tempo non gli perdona più nulla, tra fischi all’ingresso in campo e contestazione fuori.

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