In casa Roma non si fermano le critiche a Pellegrini che, come spesso capita, continua ad essere il capro espiatorio quando le cose non vanno. La tifoseria giallorossa, infatti, non è nuova a fischiarlo o ad additarlo nei momenti di difficoltà come un “capitano che potrà mai essere egno di quelli precedenti”. Sicuramente a pesare è la fascia che ha sul braccio, vista l’importanza di chi lo ha preceduto come De Rossi e Totti, ma non si tratta solo di questo. La vera domanda, peò, è se quella del numero 7 capitolino sia una vera e propria colpa oppure semplice sfortuna.
Infatti Pellegrini si è sempre trovato in campo quando le cose non andavano come avrebbero dovuto, e questo fin dal 6-1 contro il Bodo Glimt. Certo è che un capitano deve essere la figura di riferimento, sia nei momenti difficili che in quelli belli, ma con il numero 7 forse si è presa un pò troppo alla lettera “l’essere un punto di riferimento”. Lorenzo, infatti, è piuttosto divenuto il bersaglio principale, al di là delle prestazioni, e la conferma è arrivata anche nella sfida dell’Italia contro il Belgio. L’espulsione ha poi peggiorato ogni cosa, visto che è arrivata proprio allo Stadio Olimpico.
Caso Pellegrini, cosa fare?
In un ambiente di questo tipo, dunque, non è neanche così semplice convivere. Tirare fuori la prestazione, essere positivo e dare prova delle proprie qualità diventa pressocché impossibile quando hai una piazza intera contro. Proprio per questo motivo Pellegrini dovrà decidere cosa fare anche del suo futuro, perché la sua priorità rimane e rimarrà la Roma, ma a quale costo? Sicuramente parliamo di un calciatore che non sempre è brillante come dovrebbe, ma talvolta si rende troppo pesante la mano, dando la colpa ad un calciatore anche quando effettivamente non c’entra nulla con quanto si verifica.