Erano decisamente diverse le premesse estive per questa stagione, eppure la Roma sembra essere la protagonista di un horror raccapricciante, che neanche un genio come Stanley Kubrick avrebbe saputo partorire. Un mercato da oltre 100 milioni che di fatto scalda la panchina o non rende in campo, risultati pessimi e numeri da far accapponare la pelle. Anche in questo contesto si inserisce l’ipotesi ritorno di De Rossi, a discapito di un Juric che vede in Dinamo Kiev e Fiorentina due sfide decisive per il suo futuro.
Come detto, alcuni dati preoccupanti sono degni di nota: una partenza da 10 punti in 8 giornate, che vale appena la metà classifica, non si vedeva dal 2009, ultimo anno della presidenza di Rosella Sensi, pronta a lasciare dopo un ciclo decisamente vincente. Le ragioni di tale avvio sono molteplici, ma spicca soprattutto un attacco sterile: solo 8 gol segnati fin qui (solo Lecce, Monza, Genoa e Venezia hanno fatto peggio), un dato che non si vedeva dal 1991, quando ancora non c’era la regola dei 3 punti a vittoria.
Il tutto, lo ricordiamo, nonostante la Roma sia la squadra che ha effettuato più tiri in Serie A fin qui, ben 133 tentativi. Al secondo posto della classifica c’è l’Inter, che di reti però ne ha segnate 18, tanto per far capire la differenza. Ed è proprio nominando in nerazzurri che urge segnalare anche un ulteriore dato, reso palese dalla prima pagina de Il Romanista: una squadra capace di vincere solo 10 degli ultimi 60 scontri diretti con le big del campionato.
Solo il 16% di vittorie e giocatori sfiduciati
Esatto, avete capito bene. Prendendo in considerazione gli ultimi 60 confronti disputati con Inter, Milan, Juventus, Napoli e Atalanta, i giallorossi se ne sono aggiudicati soltanto 10, una cifra irrisoria e scioccante. Ciò equivale ad appena il 16% di vittorie nei big match, con le altre sfide che vedono 18 pareggi e ben 32 sconfitte. Altro che Champions League… sono queste statistiche che non basterebbero neanche per una più umile Conference.
A tutto ciò va aggiunto una serie di giocatori che sembrano sfiduciati, per motivi diversi: dai veterani come Pellegrini e Cristante, sotto tono in campo e continuamente bersagliati dalla tifoseria, ai nuovi Koné, Hummels e Soulé, la cui considerazione di Juric potrebbe essere piano piano scemata. Una situazione generale allarmante dunque, e la luce in fondo al tunnel non si vede.