Un turno da incubo: da Pellegrini a Mancini, la Roma manca d’identità

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Francesca Rofrano
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Roma

Sembra la trama di uno dei più classici film dell’orrore e si fa per dire visto che ormai siamo ad un passo da Halloween. Quello che sta succedendo in casa Roma è quanto di più distante possibile dalle premesse di inizio anno e dei giorni in cui l’obiettivo dichiarato era quello di tornare in Champions League. Ed invece, eccoci qua a commentare ancora una volta una sceneggiatura vista e rivista negli ultimi periodi, con un’altra crisi da affrontare sotto la gestione dei Friedkin. L’anno dei 4 allenatori è passato alla storia, ma ora fa così paura pensare che ci potrebbe davvero essere un revival di quel periodo.

La partita contro la Fiorentina è stata sconvolgente, in senso negativo ovviamente: ad una Viola, attenta, spigliata, frizzante, si è opposta una Roma senza un capo, svogliata e senza coraggio, guidata oltretutto da un tecnico che sembra non aver più il polso all’interno dello spogliatoio. Tutto quello che è successo in campo, la manovra completamente slegata, si è andata ad intensificare poi con l’atteggiamento di alcune pedine giallorosse come Gianluca Mancini e Bryan Cristante che dopo essere stati sostituiti dal tecnico giallorosso, hanno addirittura deciso di non tornare in panchina, andando appunto ad evidenziare un atteggiamento di rottura con il resto della squadra.

Juric, allenatore della Roma
Juric, allenatore della Roma

Roma, Juric abbandonato?

All’interno di un Franchi in via di restyling, è come se la Roma avesse lasciato lì la propria anima, tanto da convincere quasi tutti che la soluzione migliore fosse quella di richiamare in panchina Daniele De Rossi e proseguire il progetto pensato per lui fino al 2027, con l’idea, inoltre, di provare a migliorare in qualche modo questa stagione. Ad essere sacrificato dunque, potrebbe essere ancora una volta l’allenatore, così come è successo a Mourinho e poi allo stesso DDR.

Roma, Pellegrini ci prova: Cristante e Mancini su di giri

La partita contro la Fiorentina, inoltre, ha evidenziato come con la decisione di marcare a uomo di Ivan Juric, la Roma non sarebbe andata mai da nessuna parte e tenendo soprattutto tenendo in considerazione la scarsa consapevolezza dei propri mezzi e quella sorta di attaccamento alla maglia, che questa volta però manca del tutto. A nulla è servita infatti anche la scelta di Pellegrini di ricaricare la squadra, creando un cerchio al ritorno in campo. Ma allora qualcosa si era già incrinato ed infatti soltanto oggi sono poi venute a galla alcune indiscrezioni circa la presunta lite tra Juric e Mancini, proprio durante l’intervallo.

Il difensore giallorosso non avrebbe infatti gradito la sostituzione, rimanendo dunque negli spogliatoi: anche in questo caso, però, è necessario fare un piccolo passo indietro allo scorso 10 marzo, quando Daniele De Rossi lo sostituì al 33′ dopo aver ricevuto un cartellino giallo. Anche in quel caso Mancini rimase appunto negli spogliatoi. Insomma, le dinamiche sembrano pressoché le stesse, ma ancora nessuno è riuscito a trovare la soluzione.

Pellegrini e Hummels con la maglia della Roma
Pellegrini e Hummels con la maglia della Roma

A questo ci si aggiunge anche Bryan Cristante, anche lui tra i più nervosi, e dunque criticati, giocatori della Roma. Anche il centrocampista azzurro sembra non aver apprezzato la decisione del mister tanto da condividere la decisione del compagno di non rientrare con la squadra. Oltretutto, il classe 1995 ha deciso anche di non presentarsi con Mancini e Pellegrini durante il confronto con gli ultras alla stazione Termini proprio con i senatori della Roma.

Roma, fiducia a tempo

Insomma, la situazione è alquanto tesa ed i problemi all’interno dello spogliatoio sono evidenti ed ora toccherà alla società prendere una vera e propria decisione, provando a ribaltare una situazione che ha quasi del paranormale.

Temporeggiare per l’esonero di Juric, rimandandolo in caso a seguito della partita contro il Torino può essere un’arma a doppio taglio per i Friedkin. Nel contempo, però, è necessario comprendere come il problema sostanziale della Roma attualmente non sia l’allenatore, ma di un ambiente in totale sfiducia, di giocatori al limite. Potrebbe essere difficile aspettarsi un finale lieto per questo film, ancor più ora, momento in cui la società sta perdendo il suo potere ed in cui il disagio è tangibile, dentro e fuori dal campo.

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Appassionata di calcio in tutte le sue infinite sfaccettature, dal campo fino ad arrivare al calciomercato. Entusiasta di poter raccontare tutto ciò che riguarda il Magico mondo della Roma.
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