La finale di Budapest ha lasciato una cicatrice indelebile nella storia della Roma. Una vittoria contro il Siviglia avrebbero permesso al club giallorosso di qualificarsi in Champions League dopo anni di assenza, così da poter ottenere maggiori introiti, un maggior prestigio e poter fare un mercato più competitivo. Invece, la situazione è precipitata nella stagione successiva, fino all’esonero di José Mourinho dello scorso gennaio. Proprio lo Special One è tornato su quella partita in una recente intervista.
Mourinho: “So che è una battaglia che non posso vincere”
Ai microfoni di Sky Sport UK, Mourinho ha ribadito che la finale di Europa League persa ai rigori con la Roma rimane un grande rimpianto nella sua carriera: “Mi sento nei guai quando gioco in Europa, ho perso una finale in una maniera che ancora non accetto“, alludendo chiaramente ai tanti errori commessi dall’arbitro inglese Anthony Taylor, su tutti il mancato rigore concesso per un evidente fallo di mano.
Il tecnico portoghese si è sentito penalizzato anche in questa stagione alla guida del Fenerbahce, in particolare nei preliminari di Champions League: “Sono stato eliminato da Lille al 94′ per un rigore che solo il Var ha visto. Anche contro il Manchester United sono stato espulso senza motivo, non stavo insultando nessuno, stavo solo urlando come tutte le persone che erano allo stadio. So che è una battaglia che non posso vincere, ma sento che è ingiusto essere punito quando non lo merito“.
Mourinho: “Merito di essere trattato come tutti gli altri”
Mourinho ha successivamente chiarito di non volere un trattamento di favore per i numerosi successi avuti nel corso della sua carriera: “Merito di essere trattato come tutti gli altri, non voglio certo un trattamento di favore. Se dovessi fare qualcosa di sbagliato, accetterei la punizione senza problemi“.
Infine, lo Special One si è soffermato sul suo futuro da allenatore: “Per i prossimi due anni nessuno mi porterà via dal Fenerbahce, ma mi piacerebbe tornare in Premier League, la mia famiglia vive a Londra. Allenare una nazionale? Al momento no, ho ancora troppa energia. Ma in futuro un Mondiale o un Europeo, perché no?“.