Dopo l’esonero di Ivan Juric, la Roma ha scelto di ripartire da Claudio Ranieri. L’esperto tecnico dovrà rilanciare le ambizioni dei giallorossi, cercando di rivitalizzare anche diversi giocatori. Tra coloro che sono maggiormente finiti nel mirino della critica c’è senza dubbio Nicola Zalewski, autore di qualche grave errore costato caro ai capitolini. Proprio il classe 2002, attualmente in ritiro con la Polonia, ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale nazionale Goal.
Queste le sue prime parole: “Se sono qui con la Polonia è anche perché ho sempre avuto allenatori come Mourinho, De Rossi, Juric che hanno creduto in me, è di grande aiuto. Nel calcio italiano viene data molta importanza alla tattica, quindi in realtà non ho molta libertà nel mio gioco”.
L’esterno giallorosso è poi tornato su quanto accaduto a fine estate, con la cessione non concretizzatasi: “In estate sono stato molto vicino al Galatasaray e poi al PSV. Ho analizzato tutto e ho preso la decisione che mi sembrava migliore, rimanere a Roma. Mi sento romanista, non ho mai fatto ragionamenti se fosse meglio lasciare la Roma in quel momento o alla fine del contratto. Sono giovane, la cosa più importante per me è giocare e volevo farlo nella Roma. Fuori rosa? Sono rimasto sorpreso dalla reazione del club, ma fortunatamente è acqua passata”.
Zalewski: “I fischi dell’Olimpico non sono piacevoli”
Zalewski si è poi espresso anche sui fischi che nelle ultime settimane sono una costante quando la Roma scende in campo allo Stadio Olimpico: “Di certo non è piacevole essere fischiato dai tifosi del club che amo, ma se i risultati della squadra sono scarsi è difficile pretendere che i tifosi siano soddisfatti”.
Il polacco ha concluso parlando ed elogiando un suo ex allenatore, ovvero José Mourinho: “Mi è stato davvero di supporto. È stato molto importante per la mia carriera. Mi ha permesso di giocare in prima squadra, ma potevo contare su di lui non solo per il calcio. Mi è stato anche molto vicino quando è morto mio padre. Ogni volta che ne avrò l’opportunità, lo ringrazierò volentieri. Vorrei che tutti gli allenatori avessero la sua personalità“.