Il calcio molte volte è strano e il caso della Roma è esemplificativo. Un’intera estate passata ad annusare grandi colpi di calciomercato, come Dovbyk, Soulé e Hummels, che potessero dare una marcia in più alla squadra giallorossa. Tutti nomi che, alla fine dei conti, sono arrivati, nonostante ci sia stato molto ritardo, ma questo fa parte del gioco. Una rosa che man mano sembrava sempre più costruita a immagine e somiglianza del suo allenatore, Daniele De Rossi, per poi vedere un lento e catastrofico crollo. L’esonero di DDR, infatti, ha lasciato tutti a bocca aperta, gettando una vera e propria aria di tensione sulla panchina capitolina, poi diretta da Juric. Un nome non adatto a una grande piazza come quella della Città Eterna e che ha fatto spazio a Ranieri.
Una situazione inverosimile, soprattutto per quelle che erano le aspettative dei tifosi della Roma. Tutta questa instabilità si è fatta sentire e ha provocato una serie interminabile di risultati deludenti, testimoniati dal dodicesimo posto e dai soli tre punti di distanza dalla zona retrocessione. Non sono mancate le contestazioni ai giocatori che, almeno sotto certi aspetti, avrebbero sicuramente potuto fare di più. Oltre a Pellegrini, uno dei calciatori più bersagliati è stato Bryan Cristante. Il centrocampista italiano, infatti, è stato criticato in maniera continua e pesante per le sue prestazioni, a detta di molti, non all’altezza. Ma qui sorge un grande paradosso.
Se Cristante fosse stato veramente così mediocre come detto da molti, sarebbe finito in panchina. Invece così non è stato. Con ognuno degli allenatori precedentemente citati, oltre che con Mourinho, Bryan è sempre stato uno dei giocatori più presenti in campo, divenendo così un vero e proprio pilastro. Ma come mai?
La verità sta nel mezzo
C’è chi pensa: “Cristante non è capace” e chi, invece, dice: “Bryan è sontuoso”. La verità, però, sta nel mezzo. Sicuramente c’è una ragione per la quale tutti gli allenatori si ostinano a schierarlo dal 1′ di gioco. Sicuramente si tratta di un centrocampista ormai esperto, con tante presenze, sia italiane che europee, e quindi sa gestire i momenti più delicati. Tra gli aspetti più importanti e che molti sottovalutano c’è la sua grande duttilità
Una capacità che in molti sottovalutano e che permette al tecnico in questione di poter stravolgere la squadra a gara in corso. Cristante, infatti, nella sua carriera ha coperto diversi ruoli: difensore centrale, sia nella difesa a tre che in quella a quattro, mediano, mezzala di inserimento e di contenimento e infine il trequartista ai tempi dell’Atalanta. Insomma si tratta di un vero e proprio tuttofare che ogni allenatore vorrebbe avere a disposizione nella propria rosa.