Del rinnovato spirito mostrato dai giallorossi a Londra si è ormai parlato in maniera esaustiva, ed urge soffermarsi su ciò che il match ha detto circa i singoli giocatori. Sì perché quella che traspare è una Roma a due facce, quella di tanti che vedono la gara contro il Tottenham come punto da cui ripartire, avendo lanciato segnali di vita importantissimi, e pochi altri che invece non trovano ancora la scintilla della propria stagione o rischiano di finire inesorabilmente nel dimenticatoio.
Cominciamo dalle molte note positive. La difesa va registrata come reparto se davvero Ranieri vuole adottare un assetto tattico così spregiudicato, ma individualmente abbiamo sicuramente visto un pacchetto arretrato di valore assoluto: N’Dicka si sta rivelando sempre più un acquisto a zero fenomenale, Mancini rimane uno dei pochi veterani ancora in auge ed Hummels, al netto dell’errore sul rigore su Sarr, è un giocatore che per la sua esperienza, carisma ed intelligenza calcistica, non può uscire dal campo.
Gli stessi Angelino e Celik, nonostante qualche disattenzione, hanno avuto ampio spazio di attaccare, creando vari grattacapi alla difesa inglese. E il centrocampo? Il mix tra dinamismo di Koné e geometrie di Paredes potrebbe essere la ricetta vincente dopo il turnover continuo della Roma in mediana, ed occhio ad un Saelemaekers finalmente a disposizione e subito pipante a Londra. Tanti segnali che Ranieri ha registrato con gioia, ed ora tocca lavorare su cui è invece in difficoltà , Pellegrini e Cristante su tutti.
Senatori a rischio, Dovbyk da sbloccare
Sarà un caso, o forse no, ma 90′ passati a guardar giocare i compagni contro il Tottenham hanno portato alla miglior Roma della stagione, e ciò non può che alimentare la voglia del popolo giallorosso, che da tempo non li vede di buon grado, di ammirare altri in campo. Futuro incerto per Pellegrini e Cristante, che molto probabilmente, più la prossima estate che a gennaio, saranno costretti a cambiare aria, per ripartire in un ambiente diverso da una capitale non più amica.
E poi c’è Dovbyk, una situazione completamente diversa ma comunque da prendere con le pinze. Da un giocatore pagato 36 milioni ci si aspetta sicuramente si più sia in termini realizzativi che di aiuto alla squadra durante la gara, cose che al momento non sono totalmente soddisfacenti. La speranza è che una Roma più votata all’attacco e pronta a rifornire di cross ed imbucate gli attaccanti possa regalare più chances all’ex Girona e permettergli di sbloccarsi.