Tanti i singoli giocatori della Roma spenti su cui Ranieri sta cercando di lavorare, e tra quelli che non stanno di certo vivendo un buon momento c’è Enzo Le Fée. Il pupillo di Ghilsolfi, pagato 23 milioni quest’estate, ha vissuto però scampoli di vita decisamente più duri di questo, ed ha voluto raccontarli sul canale You Tube “Free Foot”. Un’intervista a cuore aperto dove, oltre a toccare il tema della decisione di scegliere i giallorossi, ha parlato della detenzione e del suicidio del padre quando era ancora un ragazzino.
“Mio padre è finito in carcere con l’accusa di omicidio quando avevo 5 anni. Mia madre scelse di dirmi la verità ma io non capivo. Avevo in testa solo il pallone e gli allenatori sono stati molti pazienti con me. Saltavo gli allenamenti del mercoledì e tardavo alla convocazione alle partite per andare a trovarlo. Lui era in prigione per piccole cose fatte da ragazzo e per un accusa di omicidio che ha sempre negato. Aveva coperto degli amici che dovevano nascondere un cadavere ed è finito accusato anche lui. Per amici e famiglia avrebbe fatto qualsiasi cosa”.
E ancora: “Il sogno di mio padre era quello di diventare calciatore, ma non ci è riuscito e le cose sono degenerate prima che lo facesse. Quando è uscito di prigione per un po’ le cose sono andate bene, ma dopo poco ho sentito voci strane sul suo conto, che doveva dei soldi. Li ho pagati io per chiudere questa storia, tre giorni dopo ho scoperto che si era suicidato per questi debiti. Con gli anni mi sono detto che se ha fatto questo è perché ora sta meglio. Quando lo raggiungerò torneremo a ridere insieme”.
Da De Rossi a Ranieri
Impossibile capire cosa abbia potuto passare Le Fée, che cerca ugualmente di prendere con filosofia il tutto e di guardare al futuro. Queste le sue parole su trasferimento e primi mesi a Roma: “La scorsa estate non pensavo di lasciare il Rennes, anche se lì non mi sentivo a casa e ho avuto dei problemi. Ho accettato l’offerta di Ghisolfi anche per l’umanità di De Rossi. Adesso c’è Ranieri che è un grande uomo e allenatore, non fa favori a nessuno. Con lui bisogna lavorare duro, mette in campo solo chi se lo merita”.