Va bene l’imminente sfida al Venezia, con la “vacanza” concessa a Hummels e Paredes che ha suscitato più di qualche perplessità tra i tifosi, ma Ranieri è stato molto più dirigente che allenatore nella conferenza stampa pre partita, dove il tema principale è stato la Roma che verrà. Ciò che è emerso non è molto confortante, e abbastanza in controtendenza con le idee ambiziose che fino a pochi mesi fa sembravano nella testa di tutto l’ambiente giallorosso. Il tecnico di Testaccio è stato chiaro su ciò che attendere il club nell’immediato futuro: mercato al risparmio e abbassare il monte ingaggi.
Ciò significa qualcosa che Ranieri non ha neanche nascosto, pur cercando di difendere i Friedkin: “Hanno speso una barca di soldi, posso condividere il pensiero di chi dice che li abbiano spesi male, ma dico le cose come stanno”. E ancora: “Pensate che io e il presidente non volessimo Kolo Muani? Non potevamo pagargli lo stipendio, dobbiamo prima abbassare il monte ingaggi. Abbiamo difficoltà ad operare sul mercato italiano, navighiamo in tempesta ma restiamo solidi”. Roma decisamente ridimensionata, e la domanda a questo punto sorge spontanea: chi parte in estate?
Da Pellegrini e Cristante fino ai nodi Paredes e Dybala
Se questa è davvero la situazione allora sì, caro Ranieri, che i soldi sono stati spesi male, perché le compere estive dei Friedkin hanno toccato soglia 100 milioni, e davvero pochi dei nuovi acquisti hanno reso secondo le aspettative. Trattasi del problema più volte affrontato, quello di una gestione della Roma approssimativa e alla stregua del dilettantismo, alla quale si sta provando a mettere una pezza. Detto ciò va bene, abbiamo questi ingaggi, ed i maggiori indiziati sono più o meno chiari a tutti.
Pellegrini e Cristante percepiscono rispettivamente 4 e 2 milioni all’anno circa (2026 il primo, 2027 il secondo), cifre enormi se rapportate alle prestazioni che stanno offrendo quest’anno. Il rapporto col la tifoseria è noto, con la Roma che non parla di rinnovo e cercherà una soluzione per loro a giugno. Farà loro compagnia Celik, anch’esso a 2 milioni di stipendio a stagione (2026) e giunto al capolinea della sua avventura nella capitale.
Due nodi importanti sono quelli legati a Paredes e Dybala: il primo percepisce 4 milioni all’anno, ha in ballo un rinnovo automatico che si concretizzerà in caso di qualificazione a Champions o Europa League (minimo di presenze già raggiunte), ma brama un ritorno al Boca Juniors. Probabile che il suo stipendio non sarà più un problema l’anno prossimo. La Joya invece il nuovo accordo automatico lo ha già ottenuto, ma se davvero è necessario abbassare il monte ingaggi gli 8 milioni attuali, bonus compresi, sono un problema.