I prossimi otto giorni saranno decisivi per capire se la Roma riuscirà a mantenere vive le proprie ambizioni in questa stagione. Come accaduto nelle due precedenti annate sotto la guida di José Mourinho, i giallorossi hanno iniziato il loro cammino in Europa League con qualche difficoltà, ma adesso è arrivato il momento di fare sul serio. Dopo aver chiuso la fase a gironi a metà classifica, la squadra di Ranieri si prepara a giocare i playoff per conquistare un posto agli ottavi di finale.
Il prossimo appuntamento è in programma per giovedì 13 febbraio alle 21:00 contro il Porto allo stadio Do Dragao, mentre il ritorno si disputerà la prossima settimana allo stadio Olimpico. Sebbene la Roma non abbia ancora raggiunto la sua versione migliore, il percorso in campionato dimostra una crescita costante: la squadra non perde da otto giornate, con un bilancio di cinque vittorie e tre pareggi, e arriva da due successi consecutivi in trasferta, mostrando anche una ritrovata solidità difensiva con appena sei gol subiti nelle ultime otto partite di Serie A.
Negli ultimi anni, il rendimento europeo della Roma ha superato quello in campionato, con prestazioni in cui energia, motivazione e qualità sono emerse in modo evidente. Arrivare fino in fondo alla competizione rappresenterebbe un’occasione di riscatto, oltre a garantire un importante introito economico per le casse del club. L’avversario che i giallorossi troveranno di fronte è un Porto in fase di transizione, ma che rimane temibile nelle sfide a eliminazione diretta.
Il cammino del Porto tra campionato e Europa League
La stagione del Porto è iniziata con una vittoria rocambolesca nella Supercoppa portoghese, in cui la squadra ha superato lo Sporting Club per 4-3 dopo i tempi supplementari, rimontando uno svantaggio di tre gol maturato nei primi 24 minuti. Tuttavia, il rendimento successivo è stato altalenante, portando all’esonero di Vitor Bruno il 21 gennaio, in seguito alla sconfitta per 3-1 contro il Gil Vicente, la terza consecutiva in tutte le competizioni. A sostituirlo è stato chiamato l’argentino Martin Anselmi, ex allenatore del Cruz Azul, che ha lasciato il Messico dopo il pagamento di una clausola rescissoria da tre milioni di dollari.
In campionato, il Porto occupa attualmente il terzo posto con 43 punti, a otto lunghezze dallo Sporting e a quattro dal Benfica. Nonostante questa posizione di classifica, la squadra non vince in Liga Portugal dallo scorso 28 dicembre, quando si impose contro il Boavista. Le prime tre partite della gestione Anselmi si sono concluse con altrettanti pareggi, tra cui l’1-1 ottenuto nel big match contro lo Sporting, con un gol di Loader al 94’. L’unico successo ottenuto sotto la guida del nuovo allenatore è arrivato in Europa League, nell’ultima partita della fase a gironi contro il Maccabi Tel Aviv, vinta per 1-0 e decisiva per la qualificazione ai playoff.
Storicamente, il Porto è una squadra con un DNA altamente competitivo nelle competizioni europee, ma quest’anno ha affrontato una fase a gironi complicata, chiudendo al 18° posto nel ranking con 11 punti in otto partite. Tra i risultati negativi spicca la sconfitta per 2-1 subita all’Olimpico contro la Lazio.
Inoltre, la sessione invernale di calciomercato ha visto il club perdere due pedine fondamentali: Galeno è stato ceduto all’Al-Ahli per 50 milioni di euro, mentre Nico Gonzalez si è trasferito al Manchester City per 60 milioni. Gli acquisti principali sono stati il 18enne William Goes dal San Paolo e il difensore centrale 19enne Tomas Perez dal Newell’s Boys. Se da un lato il club ha incassato una somma importante, dall’altro ha notevolmente indebolito la rosa.
Stile di gioco
Dal punto di vista tattico, il Porto ha subito un cambiamento con il passaggio da Vitor Bruno a Martin Anselmi. Il precedente allenatore aveva dato continuità al 4-2-3-1 del suo mentore Sergio Conceição, puntando su un gioco aggressivo, basato su intensità e verticalizzazioni.
Con l’arrivo del nuovo tecnico argentino, definito in patria il “nuovo Bielsa”, il Porto ha adottato il 3-4-3 come modulo di riferimento, puntando su un’impostazione più fluida e versatile, basata su rapidità nel palleggio e movimenti più dinamici senza palla. Questo cambiamento è volto a garantire maggiore controllo del gioco e imprevedibilità nella fase offensiva.
In fase di non possesso, il Porto applica una pressione alta, soprattutto nelle partite casalinghe, dove il pubblico del Do Dragão rappresenta un fattore determinante. Tuttavia, la difesa commette spesso errori di lettura, mentre la costruzione dal basso espone la squadra a rischi evidenti, come dimostrato nella partita contro il Rio Ave, in cui due gol subiti sono arrivati da gravi errori individuali dei difensori.
I giocatori chiave
Il Porto può contare su giocatori già affermati come pilastri imprescindibili nello scacchiere di Anselmi. Tra i pali spicca Diogo Costa, leader della squadra e protagonista di una storica prestazione a Euro 2024, quando parò tutti i rigori della Slovenia negli ottavi di finale. Nel reparto difensivo, troviamo due vecchie conoscenze del calcio italiano: l’ex Udinese Nehuen Perez e l’ex Juventus Tiago Djalò, arrivato in estate dopo il mancato trasferimento alla Roma.
La principale minaccia è rappresentata da Samu Aghehowa Omorodion, centravanti classe 2004 ex Atletico Madrid cercato anche dai giallorossi in estate. L’attaccante spagnolo è a quota 18 gol in 27 partite, di cui 5 in 7 match di Europa League. La sua capacità di finalizzare e incidere nei momenti decisivi lo rende un’arma fondamentale per Anselmi.
In mezzo al campo, il Porto può contare sulle geometrie di Eustaquio e la visione di gioco di Varela. Dal suo arrivo, Anselmi ha lanciato definitivamente Rodrigo Mora, nuova stellina del calcio lusitano. Il fantasista 17enne è stato uno degli artefici della reazione della squadra nel secondo tempo contro lo Sporting, dove si è assunto la libertà di creare squilibri tra le linee, creando diverse difficoltà alla squadra avversaria con la sua abilità nel palleggiare e inserirsi in area.
Contro lo Sporting, Rodrigo Mora ha giocato una partita intera con il Porto per la prima volta e, salvo imprevisti, dovrebbe mantenere il suo status di titolare contro la Roma. Capocannoniere con la nazionale Under 17 agli ultimi Europei di categoria, il classe 2007 abbina versatilità, abilità palla al piede e senso del gol. Il talento lusitano rappresenterà un’insidia da non sottovalutare per la difesa giallorossa..
Le chiavi tattiche per la Roma
Sul piano tattico, il confronto tra Roma e Porto si preannuncia equilibrato, con entrambe le squadre schierate con moduli simili. Ranieri probabilmente non rinuncerà alla difesa a tre, per garantire maggiore solidità, affidandosi a Hummels in difesa e Paredes a centrocampo, con Dybala sulla trequarti e Dobvyk come unico riferimento offensivo. Non è da escludere l’inserimento di un terzo centrocampista, come Pellegrini o Pisilli, per contrastare le incursioni dei fantasisti portoghesi e fare densità in mezzo al campo.
È probabile che in un primo momento Ranieri chiederà cautela ai suoi giocatori e lasciare l’impostazione ai tre centrali del Porto, per poi alzare il pressing e indurli all’errore. Saranno fondamentali i duelli sulla fasce (Joao Mario e Angelino da una parte, Francisco Moura e Saelemaekers dall’altra), mentre in area servirà massima attenzione dei centrali su Aghehowa. Per superare la prima fase di pressione dei portoghesi, invece, i giallorossi potrebbero appoggiarsi direttamente su Dovbyk, ma sarà importante non lasciarlo isolato e dare un appoggio per le sponde.
La Roma dovrà evitare di ripetere gli errori commessi a San Siro contro il Milan, quando si è mostrata troppo passiva e rinunciataria. Sarà fondamentale mantenere l’energia positiva accumulata con i recenti risultati e dimostrare che questa squadra può ambire a traguardi più importanti.