Una Roma mai doma. Questo ci ha regalato il terzo ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma. Una squadra, quella giallorossa, capace di imporre il proprio gioco e la propria qualità , ma allo stesso tempo, in grado di subire il forcing avversario, senza scomporsi troppo, difendendo con la giusta attenzione. Tendenza confermata anche in vista della delicata gara di Oporto. La sfida, valevole per l’andata dei playoff dei Europa League contro il Porto, è terminata sul risultato di 1-1. Alla rete di Zeki Celik (prima da quando veste la casacca giallorossa), ha risposto il classe 99′ Francisco Moura.
Buono, dunque, il match disputato in terra portoghese da parte dei capitolini, come sottolineato anche da Claudio Ranieri in conferenza stampa. Parole quelle del tecnico, che hanno avuto un’argomentazione chiave, che solitamente non appartiene alla sua dialettica . Il riferimento, va senza dubbio, al gran protagonista del match, ovvero l’arbitro Stieler. Ranieri, Infatti, ha criticato l’inadeguatezza arbitrale per certe gare ed un’atteggiamento, da parte del tedesco, a suo dire, troppo severo nei confronti dei giocatori capitolini. Tutto ciò testimoniato dagli 8 cartellini gialli, di cui uno doppio, che è costata l’espulsione, quantomeno discutibile, di Bryan Cristante al 72′. Il campo però, come detto pocanzi, lascia molte sensazioni positive e una moderata fiducia, in vista del match di ritorno.
Porto-Roma, l’analisi del primo tempo: pressione e aggressività parole chiavi
Alla vigilia, abbiamo parlato di un Porto allenato da un discepolo viscerale del loco Marcelo Bielsa, Martin Anselmi. Motivo per cui, il modo migliore per bloccare una squadra che fa del suo credo tattico il palleggio, il possesso prolungato nella metà campo avversaria e scambi nello stretto, è quella di pressare alto e recuperare palla. Lezione che i ragazzi di Ranieri applicano sin dai primi minuti. La Roma, infatti, si schiera con 3-5-2, nel quale le due mezz’ali accorciavano molto sui braccetti portoghesi, in fase di non possesso, impedendo la costruzione dal basso del Porto. Tante delle occasioni della Roma, nella prima frazione sono nate proprio in questo modo. Al 5′, addirittura, è Cristante ad uscire forte su Perez e regalando la palla ad Angelino, per un cross che concede il primo tiro dalla bandierina, in favore della squadra in trasferta.
Così come l’occasione di Pellegrini, con conseguente buona uscita di Diogo Costa, nasce da una sfera recuperata sulla trequarti avversaria, da Manu Koné. Sarebbe poi ingiusto, non citare il simbolo del canovaccio tattico adottato nel primo tempo dai giallorossi. Stiamo parlando, ovviamente, del goal che sblocca la gara, che nasce da un’aggressione efficace di Baldanzi (subentrato al 39′, dopo l’infortunio accorso a Paulo Dybala), il quale trasforma subito l’azione in offensiva e porta alla rete di Celik, permettendo alla Roma di concludere il primo tempo in una situazione di vantaggio.
Il secondo tempo della gara, il Porto cambia tattica ma la Roma resiste
L’intervallo è stato sicuramente un toccasana per il Porto. In quei 15 minuti, le indicazioni di Anselmi sono state chiare…Meno costruzione dal basso e più verticalizzazioni. E, il secondo tempo parte proprio con quest’ impostazione: lancio lungo col contagiri, da parte di Francisco Moura, per il talento, classe 2004, Mora, il quale, trova davanti a se la pronta risposta di Mile Svilar. Scongiuramento del pensiero calcistico di Anselmi, che si intravede nettamente, anche nel goal del pari dei sui ragazzi. Rinvio di gran carriera, da parte di Diogo Costa, che innesca Pepe e genera un flipper conducente alla conclusione di Moura, viziata dalla sfortunata deviazione di Pisilli.
Dal canto suo, la Roma comincia il secondo tempo, con due sostituzioni, una in particolare, che la dice tutta sulle intenzioni tattiche di Claudio Ranieri. Entra El Shaarawy, il quale, complice l’espulsione di Cristante, si piazza sulla fascia destra di difesa, contribuendo a quello che è stato di fatto un 5-3-2/5-3-1. L’uscita forzata di Bryan Cristante ha indubbiamente complicato i piani della Roma e di mister Ranieri, anche in ottica cambi. Infatti, è normale amministrazione quando si fa una partita di sacrificio, sostituire la punta. Dovbyk, però è uscito al 75′ per lasciare spazio al rientrante Leandro Paredes e non Shomurodov. L’attaccante uzbeko sarebbe stato quanto mai utile per far rifiatare la squadra, inevitabilmente troppo schiacciata all’indietro. Nonostante un forcing micidiale negli ultimi minuti da parte dei portoghesi, però, la Roma riesce a portare a casa un prezioso pareggio e la sensazione generale che, a livello tattico, Ranieri ha incartato Anselmi.
Porto-Roma, considerazioni finali e un approccio in vista del ritorno all’Olimpico
È stato un match che ha trovato nel pareggio la sua più giusta conclusione. La Roma ha dato l’ennesima prova di quanto una mentalità attenta e improntata ad una partita seria, possa fare la differenza. Questo è quello che abbiamo visto nella maggior parte dei match giallorossi, con Ranieri alla guida. Infatti, facendo un passo indietro, da quando c’è stato l’avvicendamento in panchina tra Juric e il tecnico romano, ci sono state solo due partite sulle 19 giocate, in cui, questo atteggiamento non si è visto: nello specifico le gare perse a Como ed Alkmaar. Neanche a dirlo due trasferte. Questo è un’ulteriore segno della crescita dei giallorossi, che con il match di Oporto, hanno raggiunto un altro buon risultato lontano dalla mura amiche.
Ora c’è da pensare alla trasferta di Parma, che si giocherà nella giornata di domenica, alle ore 18:00. Quarta partita consecutiva fuori casa per i giallorossi. Poi la strada riporterà all’Olimpico, dove ci sarà da affrontare la partita di ritorno contro i dragões. Non ci saranno sicuramente Cristante e Saelemaekers, squalificati. Tornerà , dunque, Paredes in cabina di regia, vitale per la sua capacità di far girare la palla e mantenere quanto più possibile il possesso. Oltre al buon senso della posizione e la tranquillità che trasmette il mediano argentino.
E Dybala?
Ancora incertezze regnano sulla presenza di Rensch e Dybala. Se il terzino olandese potrebbe limitare la sua assenza contro il Parma, tornando poi contro il Porto, quella di Dybala è una situazione da monitorare giorno per giorno. La buona notizia è che l’intervento killer di Varela non ha comportato noie muscolari per l’attaccante, che ha rimediato solo una forte contusione. Difficile immaginare che possa giocare a Parma, anzi, al momento non ci sono certezze neanche circa la sua partenza con la squadra. L’idea potrebbe essere quella di lasciarlo a riposo per la gara del Tardini, per poi tornare arruolabile nel match decisivo di giovedì 20 febbraio, quando alle 18:45, la Roma si giocherà una fetta importante di stagione e avrà anche di lui per regalare una Joya ai tifosi.