La Roma gode in questo periodo, c’è poco da dire, e non potrebbe essere altrimenti visto l’andamento tra campionato ed Europa League. La vittoria sull’Athletic Club è fondamentale in vista del ritorno, con tanti giocatori saliti nuovamente in cattedra, da Saelemaekers e Shomurodov dalla panchina ad un super Angelino, per il quale abbiamo finito gli aggettivi. Torna a deludere Dovbyk, colui che quest’estate era chiamato a raccogliere la non semplice eredità lasciata da Romelu Lukaku, tornato al Chelsea dal prestito e poi girato al nuovo Napoli di Conte.
In una lunga intervista al Corriere dello Sport, il belga ha concesso un commento anche sui tempi in giallorosso, con esplicito riferimento al suo ex allenatore Mourinho: “Problemi tra me e lui? Assolutamente no. José è un vincente, l’ho avuto prima a Manchester e poi nella capitale. Qualcosa è accaduto tra Mourinho e non so chi, ed io non volevo mettermi in mezzo. Di lui non parlerò mai male, alla Roma non aveva una squadra top ma è andata fino in fondo. Gli auguro sempre il meglio, ed anche in Turchia sta facendo cose fantastiche”.
Il Napoli di Conte, il Chelsea ed il rapporto con Lautaro
Giusto un piccolo passaggio per quanto riguarda la Roma, con l’intervista che ha toccato tanti temi, a cominciare da come Conte gli abbia cambiato la carriera: “Qui in Italia la preparazione alla partita è molto più importante, questo rende tutto molto più interessante. Prima di Conte odiavo giocare spalle alla porta, ma quando eravamo al Chelsea fu chiaro ‘se non migliori su questo aspetto non puoi giocare con me’. Lo devo ringraziare perché era un mio punto debole e si è trasformato in una qualità. Mi toglie gol? Non credo, la strada per arrivare in porta si trova sempre”.
Estati di mercato decisamente turbolente per Lukaku, ripercorse così dal calciatore: “La prima volta non ero solo, ero fuori dal progetto Chelsea con Aubameyang e Ziyech. Ci facevano cambiare negli spogliatoi delle giovanili, aspettavamo per settimane. L’estate scorsa sapevo che sarei venuto al Napoli. Trattativa lunga? Questo è il business. Il club dice che non ti vuole più e decide quando e dove mandarti, ma se tu vuoi andartene per ragioni serie non lo puoi fare. Ti portano all’ultimo, ti sfiniscono. Le società hanno rapporti con la stampa e ci vuole poco per far passare l’immagine sbagliata del giocatore. Credimi, ho visto cose che non avrei mai pensato”.
Ultimo passaggio sul rapporto con Lautaro Martinez, chiusosi bruscamente dopo il suo addio alla Milano nerazzurra: “Anzitutto io non ho mai odiato l’Inter, se qualcuno ha parlato, soprattutto in quel periodo, quel qualcuno non ero io. Se ho più sentito Lautaro? No. È un ottimo giocatore e ragazzo, merita tutto ciò che di bello gli sta meritando, ha lavorato per questo. Per il campionato per lui è prezioso, più i giocatori sono forti e più è prestigiosa la Serie A”.