Sosta buona per fare un focus su alcuni giocatori, e in casa Roma c’è un Manu Koné un po’ più in ombra rispetto ad altri periodi ma comunque grande risorsa per la squadra. Per lui lunga intervista all’Equipe, nella quale ha toccato diversi temi, a cominciare dai modelli a cui si è ispirato: “Quando ero piccolo ho preso ispirazione da Yaya Touré e Pogba, era il sogno essere come loro. È scioccante vedere cosa ha fatto Yaya Touré in Premer League“. Più interessante però per il popolo romanista gli estratti riguardanti la sua esperienza in giallorosso.
Un punto da migliorare è sicuramente l’aspetto disciplinare, con il francese a 8 ammonizioni accumulate: “Onestamente? Gli arbitri sono un po’ offensivi (ride, ndr), ma quando sei un giocatore che ha voglia c’è inevitabilmente un po’ di impegno in eccesso. È vero però che devo stare più attento con i gialli perché possono penalizzare la squadra, Ranieri mi chiede di migliorare in questo. Io però mi impegno, sto solo cercando di fare questo”.
Immancabile, anche proprio con riguardo a quest’ultimo argomento, la parentesi sulla lite con Guendouzi, spesso suo compagno in Nazionale, nell’ultimo confronto con la Lazio: “È l’atmosfera del derby, abbiamo esagerato un po’. Ho parlato di questa partita con Mateo negli incontri precedenti, e ridevamo anche con l’allenatore ‘Ehi il derby di Roma sarà duro’. Poi è successo quello che è successo, lo accetto con un sorriso. È vero che non è una bella immagine ma è pur sempre una partita di calcio. Con Guendouzi ci siamo chiariti subito, l’ho chiamato e la cosa si è risolta”.
Depay, il palo di Empoli e la posizione in campo
Come detto però l’intervista a Koné ha spaziato su molti temi, anche su chi in campo ha tentato di intimidirlo: “Ne parlavo con N’Dicka a Roma, delle nostre prime partite professionistiche, e una delle prima da titolare in Ligue 1 è stata contro il Lione. Ho fatto un errore nei confronti di Depay e lui si è arrabbiato, mi ha un po’ intimidito. Vedere Memphis che ti urla e tutto il resto… ma poi c’è il calcio, niente mi spaventa. A volte ad esempio perdo palloni ma questo non mi rallenta, se non ci provi finirai la partita con rimpianti”.
Per quanto non sia nel suo periodo migliore, l’ex Borussia Monchengladbach dimostra tutta la voglia di migliorare: “Certo che rimugino sulle azioni partita, fare il calciatore è duro. Ad Empoli ho colpito il palo e ci ho pensato tutta la notte, devo accettarlo. Avrei potuto tirare tra le gambe del portiere o fare il pallonetto, ma l’ho dribblato ed ho colpito il palo. Poco prima dell’azione, nello spazio di due secondi, mi pongo mille domande, te lo giuro! È tutto troppo veloce. Per fortuna abbiamo vinto lo stesso”.
Ma qual è la posizione preferita in campo da Koné? “Ho sempre pensato che un centrocampista debba saper ricoprire tutti i ruoli in questa zona. Ho la capacità di fare sia il 6 che l’8, ma sono un giocatore a cui piace chiamare, avere la palla e recuperarla. Francamente se potessimo creare una posizione ‘6-8’ sarebbe l’ideale. Mi piace essere in entrambe le zone ed è quello che mi chiede mister Ranieri”.