Lecce-Roma, stakanovisti d’Italia: Svilar e Ndicka contro Falcone e Baschirotto

Tra i 6 giocatori più utilizzati nelle 29 giornate di campionato disputate, ben 4 saranno in campo sabato sera nell'anticipo della trentesima giornata di Serie A

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La sfida tra Lecce e Roma non sarà solo un banco di prova fondamentale per le ambizioni europee dei giallorossi, ma anche un confronto tra veri e propri stakanovisti del campionato. Sabato sera, al Via del Mare, andrà in scena un duello tra quattro giocatori che hanno fatto della continuità e dell’affidabilità la loro firma in questa stagione: Mile Svilar ed Evan Ndicka da una parte, Wladimiro Falcone e Federico Baschirotto dall’altra.

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Confronto tra stakanovisti

Questi quattro giocatori condividono un dato impressionante: tutti hanno accumulato 2.610 minuti in 29 partite di Serie A, sempre presenti e mai sostituiti. Se per i portieri questo è quasi una consuetudine, vedere due difensori centrali con un minutaggio così alto è segno di una fiducia assoluta da parte dei rispettivi allenatori. Ndicka e Baschirotto sono diventati pilastri delle loro squadre.

Guardando oltre il campionato, però, la differenza tra i romanisti e i leccesi diventa netta. Ndicka ha giocato altri 1.170 minuti tra Coppa Italia ed Europa League, portando il suo totale stagionale a livelli da vero maratoneta. Svilar, dal canto suo, ha accumulato ulteriori 1.170 minuti nelle coppe, confermandosi un punto fermo anche a livello internazionale. La loro resistenza fisica è impressionante, soprattutto considerando l’intensità delle competizioni affrontate.

Leader difensivi

Ndicka ha dimostrato una tenuta straordinaria: l’unica partita saltata è stata la trasferta europea contro il Saint Gilloise a novembre. Da allora, non ha più lasciato il campo con la Roma. Fortunatamente, il centrale ivoriano ha potuto riposarsi con la nazionale a causa di alcuni problemi intestinali, ma è tornato ad allenarsi regolarmente con il gruppo a Trigoria.

Per Svilar, invece, questa stagione è stata quella della definitiva consacrazione. Non solo parate decisive, ma anche leadership: il portiere belga ha saputo prendere in mano la squadra, facendosi sentire dentro e fuori dal campo.

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