Dopo le parole di Gualtieri riguardo il nuovo stadio della Roma, a spiegare la situazione è stato anche Andrea de Angelis, che a Radio Romanista, nella trasmissione Secondo Tempo, si è così espresso a partire da quelli che saranno i prossimi passi: “Il passaggio dovrebbe e potrebbe essere la consegna del progetto definitivo al Comune da parte della Roma. Uso il condizionale perché mancano gli scavi archeologici, impossibili a causa dell’indagine fatta dal comune in seguito ai reclami sul presunto bosco di Pietralata. Questo rischia di far slittare il completamento del progetto”.
E ancora: “Sembra che la Roma, per recuperare tempo, abbia deciso di consegnare il progetto mancante degli scavi. Significa che non si potrà procedere col voto in Assemblea e con l’avvio della Conferenza dei Servizi Decisoria. Essendo il grosso completato, la parte relativa alla sostenibilità finanziaria, alla mobilità e viabilità, la Roma potrebbe presentare questo progetto in attesa di integrarlo una volta fatti gli scavi. Se la Roma presentasse il progetto ora, verrebbero presentati successivamente gli scavi. Un tentativo di recuperare il tempo che si sta perdendo non per colpa del Comune o della Roma”.
de Angelis: “La prima pietra magari nell’autunno del 2026”
de Angelis ha continuato: “Sicuramente c’è la volontà di provare a non perdere tempo. Però questa volontà è dettata dalle prese di posizione di alcuni esponenti di non perdere questo vento propizio. C’è anche la volontà di rafforzare la bontà di un progetto nel suo complesso. Ho parlato di parte più succosa del progetto perché lo è. Sostenibilità finanziaria, viabilità, sono i nodi principali per un’opera del genere. Allora, se sono stati completati, non serve aspettare più di tanto e vale la pena presentare il progetto in due tranche. Serve in più anche per ribadire un’intenzione, non solo rispetto allo stadio ma rispetto al club da parte della proprietà”.
Riguardo una possibile percentuale di completamento dell’iter se nei prossimi mesi non dovessero sorgere problemi: “Credo che sia complicato dirlo. Da un punto di vista temporale al 70%. Dico di più, dal punto di vista politico anche all’80%-90%. Superata quella fase è difficile prevedere ostacoli, il grosso sarebbe fatto. Ci sono procedure da portare avanti, ma sono tecniche, il grosso del lavoro sta tutto lì e saremmo un bel pezzo avanti. Sulla data: il 21 è complicato perché è Pasquetta e magari gli Uffici sono chiusi. Poco importa. Anche il 25 aprile sarebbe evocativo. Se tutto va come deve andare, è presumibile pensare che tutto possa terminare entro un anno o poco più. Quindi in tarda primavera del 2026, che magari significa la prima pietra nell’autunno del 2026. Con una buona approssimazione possiamo essere felici”.