-3 al ritorno in campo della Roma, un giorno in più rispetto al previsto per i funerali del Papa, e mentre Ranieri studia l’11 migliore da schierare contro i nerazzurri, con l’idea della coppia Dovbyk-Shomurodov in testa, parla Walter Sabatini a Il Tempo: “Che partita è per me? L’Inter è un grande rimpianto, un mio errore contrattuale, una scelta sbagliata a livello professionale per la quale ho rammarico. Ma la Roma è un qualcosa di diverso, un sentimento di completezza, affetto e familiarità. Sono due club per i quali mi spendo e tifo”.
Mai banali le parole dell’ex direttore sportivo dei giallorossi, che sposta poi il focus sull’immenso lavoro di Ranieri: “Un aggettivo per lui? Prodigioso. I presupposti erano diversi. Con De Rossi le cose stavano migliorano, ma la Roma era reduce da una stagione estremamente negativa, aveva iniziato male questo campionato e quindi far ripartire una squadra così in difficoltà era molto difficile. Ha fatto un lavoro maiuscolo, formidabile”.
Un commento prezioso Sabatini lo ha poi dato su quello che sarà il ruolo in dirigenza dell’attuale tecnico giallorosso: “Quando io ero alla Roma non c’era nessun consulente. Claudio ha una sensibilità calcistica e un’esperienza enorme, perciò saprà da solo quali scelte prendere. L’importante è che lo lascino fare, perché un consiglio di Ranieri non può essere lasciato lì, deve essere una decisione. Ed è auspicabile che questa decisione sia avvallata. È inevitabile che se non sarà ascoltato prenderà altre strade, è giusto così”.
Ghisolfi e l’obiettivo Champions, Dovbyk come Dzkeo?
Tanti altri gli argomenti toccati dal buon Walter, a cominciare dagli alti e bassi di Dovbyk, spesso paragonato ad un Dzeko che, a Roma, ebbe molte difficoltà inziali: “Non non me lo ricorda. Edin ha fatto malino nella sua prima stagione perché non faceva gol, ma aveva i movimenti dell’attaccante, tant’è che poi a fatto più di 100 reti. Dovbyk deve ancora interiorizzare i giusti movimenti e anche il primo contatto col pallone, che non è sempre perfetto. Però gli ho visto fare delle giocate promettenti, anche in appoggio ai compagni che arrivavano in corsa”.
Chiosa poi sul collega Ghisolfi: “A me sembra che stia lavorando. All’inizio era troppo marginale, non appariva mai e parlava poco. Pian piano ha cominciato a metterci la faccia, segue giocatori a livello internazionale, sono segnali importanti, di operatività e di coraggio. Crescerà molto nell’ambiente ma dipenderà anche da quale allenatore arriverà”.
Sabatini ha poi chiuso, a modo suo, con una piccola carica per la “sua” Magica: “Mi auguro fortemente che possa arrivare la Champions League. Un club come la Roma non può non andare in Champions. È un augurio feroce, non sopporto l’idea che non partecipi, soprattutto con questo formato ammaliante. La Roma deve fare la Champions League“.