Matias Soulé è il grande protagonista della Roma in queste ultime settimane. Ai microfoni di DS Sports, l’argentino ha ripercorso le tappe della sua carriera: “Stavo cercando club su internet dove potermi mettere alla prova. Ho iniziato a giocare nel Kimberley, ma come tutti i ragazzi volevo andare a Buenos Aires. Quando trovavo una squadra lo dicevo a mio papà, il quale mi rispondeva che ero piccolo ma che prima o poi mi ci avrebbe portato. Ho insistito molto, finché arrivò la chiamata del Vélez per fare un provino e mi prese“.
Su Messi: “Avevo 17 anni e dovevo ancora debuttare. Andai in Nazionale e lo salutai, ma ero nervoso perché incontrarlo era il mio sogno. Parlammo poco, ma fu pazzesco. Dissi alla mia famiglia che non mi sarei più lavato la mano che gli avevo stretto. Allenarsi con lui è un privilegio“.
Su Ronaldo: “Sono stato un mese con Cristiano Ronaldo nel periodo in cui la Juventus vinceva ogni anno la Serie A. Parla spagnolo, aveva un buon rapporto con i sudamericani del gruppo ed è davvero un genio. Poi lasciò la Juventus e andò al Manchester United. C’era anche Paulo Dybala nel momento in cui debuttai in prima squadra e lo conobbi proprio lì alla Juventus. Quella rosa era piena di fuoriclasse e giocare con certi calciatori era incredibile per un ragazzo giovane come me“.
Sulla prima convocazione con l’Argentina: “Fu un’emozione enorme, tutti i bambini sognano la convocazione nell’Argentina. Ero molto contento, c’erano anche Dybala e Paredes. Già fui convocato prima di debuttare in prima squadra e lì conobbi l’ambiente, ma era un’altra cosa dato che ero alla Roma“.
Sulla chiamata di Spalletti: “Di Francesco mi disse che Spalletti avrebbe voluto convocarmi in vista dell’Europeo. Il ct venne a Frosinone e parlai con lui, ma io gli dissi di no perché sono nato in Argentina. Mi chiamò prima al telefono, poi volle incontrarmi a sorpresa. Lui mi disse ‘Ti capisco’“.
Sul gol in Inter-Roma: “Ero contento, per fortuna abbiamo vinto. Non ce lo aspettavamo, sapevamo che sarebbe stato difficile. Stiamo lottando per arrivare in Champions, motivo per cui ci servivano moltissimo quei tre punti. Ora mancano 4 finali e contro la Fiorentina, che è sotto di noi in classifica, sarà difficile“.