Sedici gol tra campionato e coppa, un bottino che molti alla prima stagione in giallorosso si sognano. Eppure Artem Dovbyk non è riuscito a conquistare davvero il cuore dei tifosi della Roma. Il suo rendimento è stato fatto di lampi, buone prestazioni contro squadre medio-piccole, ma anche troppi silenzi nei momenti che contano.
In più, il peso di una guerra che lo tocca da vicino – con amici e familiari in Ucraina – ha inevitabilmente condizionato la sua esperienza. Non si può parlare di fallimento (basti vedere il rendimenti di alcuni centravanti al primo anno in giallorosso), ma neanche di successo. La Roma ha bisogno del vero Dovbyk adesso, nel momento decisivo.
Tabù contro le grandi
I numeri parlano chiaro: undici gol in Serie A, otto dei quali realizzati nel 2025, ma solo uno – su rigore all’ultimo minuto contro il Bologna – segnato contro una squadra della parte alta della classifica. Nei sette scontri diretti disputati da quando Ranieri ha preso in mano la squadra, la Roma ha raccolto undici punti, ma senza il contributo diretto del suo centravanti: zero gol, zero assist. È un’assenza pesante, che oggi più che mai rischia di incidere sul bilancio complessivo della sua stagione.
Il trittico della veritÃ
Ora per Dovbyk arrivano tre match che valgono una stagione e, forse, anche il suo futuro nella Capitale. Fiorentina e Milan all’Olimpico, l’Atalanta a Bergamo: tre avversarie dirette nella corsa alla Champions, tre occasioni per ribaltare le percezioni e mandare un messaggio forte a Ranieri, a Ghisolfi e soprattutto ai tifosi romanisti.
Con una classifica così corta, basterebbe anche solo un gol decisivo per cambiare narrazione. La Roma ha bisogno del suo centravanti. La prima occasione è domenica contro la Fiorentina all’Olimpico, all’ennesimo sold out della stagione.