Sta vivendo una stagione importante con la maglia dell’Espanyol, ma nel cuore e nella mente c’è sempre la Roma. Marash Kumbulla, difensore albanese in prestito secco dal club giallorosso, si è raccontato in un’intervista esclusiva, tra emozioni, rinascita e futuro. Parla con serenità, ma anche con lucidità. E nel suo racconto c’è il peso di un infortunio superato, ma anche la voglia di dimostrare tutto il suo valore.
“A Barcellona mi sento come a casa”
All’inizio ero un po’ titubante. Cambiare città, cambiare Paese… Ma è bastata una settimana. Mi sono ambientato benissimo: qui sembra di essere in Italia, la cultura è molto simile. La lingua è l’unica vera differenza, ma anche quella si impara. E poi giocare ti aiuta tantissimo: quando scendi in campo ti relazioni davvero con i compagni, senti di far parte di qualcosa. Ora posso dire che sono innamorato della città.”
Kumbulla descrive con sincerità l’impatto con la Liga e la quotidianità in Spagna. Una nuova dimensione in cui ha ritrovato ritmo, fiducia e centralità.
La rinascita dopo l’infortunio
Ritrovare continuità dopo il problema al ginocchio è stato fondamentale. Quando torni da un infortunio così, hai bisogno di tempo per tornare quello di prima. Giochi, ti alleni, ma non ti senti ancora al massimo. A me sono serviti questi mesi: adesso, con costanza, ho ritrovato me stesso.”
E non è solo una questione fisica, ma anche mentale:
Ora mi sento sicuro nei contrasti, nei movimenti. E nel calcio mezzo secondo fa la differenza: quando sei lucido e reattivo, cambia tutto.”
Serie A e Liga: due mondi diversi
In Spagna si gioca in modo meno tattico rispetto all’Italia. Si rischia di più, si è più esposti a contropiedi e giocate individuali. La mentalità è molto più serena, meno pressante. È un calcio diverso, ma che mi sta facendo crescere.”
Il ricordo indelebile della Conference League
E poi, inevitabile, una domanda sulla Roma e su quella notte magica di Tirana, che ha consegnato ai giallorossi la Conference League e all’albanese Kumbulla un ricordo eterno.
Ricordo la festa con i tifosi dopo la partita, giocare in Albania per me è stato speciale. Ma la cosa che porto davvero dentro è il giorno dopo: i festeggiamenti per le strade di Roma. Quando sali su quel pullman e ci metti ore per attraversare la città, capisci davvero quanto sia forte il legame tra la squadra e i suoi tifosi.”