Erano passati 233 giorni dall’ultima volta, ma ieri mattina Dan Friedkin ha nuovamente varcato i cancelli di Trigoria”. Un ritorno mai banale, che spesso ha fatto rima con scosse e cambiamenti profondi, non solo in panchina. Il numero uno della Roma è arrivato poco prima delle 9 per una giornata densa di incontri e decisioni. Il primo atto è stato il saluto alla squadra e a Claudio Ranieri, davanti al gruppo al completo. Poi una lunga serie di riunioni operative insieme a Florent Ghisolfi e Lorenzo Vitali.
Riassetto interno
Tra i primi effetti concreti del ritorno di Friedkin c’è stato l’annuncio ufficiale della nomina di Jason Morrow come nuovo Chief Financial Officer. Ma non è l’unico movimento. Due figure dirigenziali – una nell’area risorse umane, l’altra tra i collaboratori più vicini alla proprietà – sono state sollevate dall’incarico, segno che il riassetto interno prosegue a ritmi serrati. Nessuna conferma invece, almeno per ora, sulla possibile nomina di Vitali come nuovo CEO, ruolo vacante dalla rimozione di Lina Souloukou a settembre 2024.
Lo stadio in primo piano
Un altro punto centrale nell’agenda di Friedkin è rappresentato dallo stadio. Il 12 maggio si preannuncia come una data chiave: il Campidoglio potrebbe ricevere la documentazione preliminare del progetto, mentre a Pietralata partiranno ufficialmente i saggi archeologici. Un passo decisivo verso la realizzazione dell’impianto di proprietà.
Il futuro della panchina
Restano in sospeso, almeno per ora, le decisioni sul prossimo allenatore. Il 19 maggio, nella gara casalinga contro il Milan, Ranieri riceverà il giusto omaggio alla sua carriera. Ma è difficile immaginare un annuncio imminente: la Roma è ancora pienamente in corsa per la Champions League e i riflettori sono puntati solo sul campo. Per il dopo Ranieri, il club continua a lavorare in silenzio, senza fretta ma con l’obiettivo di scegliere il profilo giusto per il futuro.